Di carenza di personale nella ristorazione e nell’agricoltura si è parlato in lungo e in largo e ancora oggi, nel cuore dellastagione, se ne parla. Un fenomeno sicuramente controproducente per il settore, che si trova a dover combattere anche il lavoro nero e lo sfruttamento.
Proprio la lotta a questi fenomeni ha portato al primo bilancio del progetto “A.L.T. Caporalato D.U.E” finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali che vede impegnati l’Ispettorato nazionale del lavoro (inl) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Un blitz nella ristorazione e nell’agricoltura
Grazie ad un’attenta attività di intelligence nei settori ristorazione, alloggio, agricoltura e logistica gli ispettori dell’Itl Foggia con i carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro e la collaborazione dei mediatori dell’Oim hanno verificato la genuinità di 848 posizioni lavorative alle dipendenze di 203 aziende. Di questi 101 risultati completamente sprovvisti di tutele. Tra essi, 77 erano occupati nel settore ristorazione, 20 in agricoltura e 4 nel settore logistico. La presenza di personale “in nero”, nonché le gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza hanno comportato l’adozione di 73 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (62 provvedimenti nel settore alloggio e ristorazione, 9 in agricoltura e 2 nella logistica e trasporti) che potranno riprendere la loro attività solo dopo aver regolarizzato la posizione dei lavoratori irregolari e pagato le sanzioni connesse al lavoro sommerso.
Sono 101 i lavoratori “completamente sprovvisti di tutele” scoperti nella provincia di Foggia grazie ai controlli previsti dal progetto ‘Alt caporalato due’, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che vede impegnati l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Il lavoro nero nella ristorazione è spesso protagonista di inchieste e indagini
Solo ad aprile in 445 bar, ristoranti e locali serali diffusi in tutta Italia e sottoposti a controlli, il 76 per cento dei lavoratori sono irregolari. E tra questi più della metà sono in nero. È quanto emerso durante un’operazione di vigilanza straordinaria, promossa e coordinata dall’Ispettorato nazionale del lavoro e svolta insieme ai carabinieri del Comando tutela del lavoro. La lente d’ingrandimento è stata posta sui settori del turismo e dei pubblici esercizi e gli obiettivi erano il contrasto al lavoro sommerso e la verifica del rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza.
Proprio riguardo a queste ultime sono state redatte 330 prescrizioni per violazioni, nello specifico per mancata elaborazione del Documento valutazione rischi (60 per cento), mancata formazione e addestramento (12 per cento), mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile (11 per cento) e mancata elaborazione del piano di emergenza ed evacuazione (11 per cento). Invece in merito alle principali violazioni riconducibili ai rapporti di lavoro sono emerse, oltre al lavoro nero, irregolarità relative all’orario di lavoro, omissioni contributive, errato inquadramento contrattuale, indebita percezione del reddito di cittadinanza, tracciabilità delle retribuzioni e videosorveglianza (lecita soltanto se non è diretta a controllare il lavoratore). Nel dettaglio, sono state verificate 2.364 posizioni lavorative e 809 sono risultate irregolari.