I grani antichi sono una bufala che truffa il consumatore?

Nel panorama dell’agricoltura e della produzione alimentare, i grani antichi si sono guadagnati un posto di risonanza, presentandosi come una scelta alternativa, ricca di promesse e fascino. Tuttavia, l’Accademia Nazionale di Agricoltura pone un focus critico su questa tendenza, smontando i miti che circondano la commercializzazione di prodotti derivati da queste varietà di frumento. Rivela un panorama che spesso sfugge all’occhio del consumatore, offrendo uno sguardo approfondito sulle implicazioni ambientali e nutrizionali legate a questa moda apparentemente allettante.

Attraverso un confronto serrato tra le varietà antiche e moderne, emerge una narrazione nuova e sorprendente, che getta nuova luce sul futuro dell’agricoltura e sulla sostenibilità alimentare. Oltre alle criticità evidenziate dall’Accademia, emergono ulteriori aspetti da considerare.

Ad esempio, molti consumatori attribuiscono ai grani antichi proprietà benefiche per la salute, ma in realtà, le differenze nutritive sono spesso più sottili di quanto si possa pensare.

grani antichi

Oltre la narrazione comune dei grani antichi

Nomi come Senatore Cappelli, Aureo, farro e grano monococco, spopolano sugli scaffali dei supermercati, suggerendo un’aura di autenticità e rarità. Tuttavia, la realtà è che la disinformazione sulle varietà antiche e moderne è diffusa, alimentata dal fervore del mercato e delle strategie di marketing.
Luigi Cattivelli offre una prospettiva illuminante, svelando che distinguere tra varietà antiche e moderne ha spesso poco senso. Ciò che conta davvero sono le caratteristiche specifiche di ciascun tipo di frumento, come il contenuto di proteine e la capacità di resistere alla cottura.

Le incertezze sulla sostenibilità dei grani antichi si intensificano. Contrariamente a quanto si possa pensare, queste varietà richiedono molto più suolo per una produzione accettabile, incidendo pesantemente sull’ambiente. Inoltre, la loro maggiore altezza le rende più suscettibili alle micotossine, oltre a favorire l’assorbimento di metalli pesanti come il cadmio.

Le bufale, miti e nuove prospettive

L’idea romantica della molitura a pietra, spesso promossa, si rivela falsa. Sebbene i vecchi mulini operassero con questa tecnica, l’attuale produzione industriale offre moliture di maggiore qualità e quantità. La manutenzione accurata delle pietre richiedeva una conoscenza approfondita, una pratica ormai rara.

La leggenda intorno alla farina di manitoba importata negli anni Sessanta dal Canada è anch’essa screditata. Inizialmente nota per la sua forza e alto contenuto di glutine, la manitoba è stata adattata nel tempo per garantire un equilibrio nutrizionale paragonabile alle farine locali.
Sebbene i grani antichi presentino una resa produttiva inferiore, potrebbero trovare un’utile collocazione nell’economia collinare e montana. Queste terre, spesso abbandonate, potrebbero offrire uno spazio per piccole produzioni, contribuendo a preservare e rivitalizzare queste zone.

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I grani antichi all’occhio del consumatore informato

Luigi Cattivelli mette in guardia i consumatori che, pagando prezzi più elevati per prodotti a base di grani antichi, potrebbero non ottenere ciò che credono. L’assenza di regolamentazioni e controlli su queste varietà solleva interrogativi sulla trasparenza e l’accuratezza delle informazioni riportate sulle etichette.

Il libro di Luigi Cattivelli, presentato durante l’incontro, si rivela un’opera fondamentale. Attraverso una narrazione chiara ed esemplificativa, offre uno sguardo approfondito sul mondo dei grani, dalla sequenza del genoma alle sfide ambientali e nutrizionali.

Le nuove varietà di grano, frutto di avanzati studi scientifici e genomici, rappresentano l’agricoltura e la sostenibilità ambientale del futuro. Sono in grado di coniugare produttività e nutrizione, offrendo un’opzione concreta per alimentare una popolazione in crescita.


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