Lo spreco alimentare è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Ogni anno, tonnellate di cibo perfettamente commestibile finiscono nella spazzatura, mentre milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Non solo questo rappresenta un enorme fallimento morale, ma ha anche impatti ambientali devastanti. Lo spreco alimentare contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, oltre a rappresentare uno spreco di risorse come acqua ed energia.
Per questo motivo, diventa fondamentale non solo ridurre lo spreco, ma anche trovare soluzioni innovative per riutilizzare il cibo, trasformando ciò che è scarto in una risorsa preziosa. Un esempio di questo approccio è rappresentato dal riciclo dell’olio da cucina esausto, una pratica che non solo riduce lo spreco, ma si inserisce in un contesto economico e ambientale di grande rilevanza.
Il ruolo strategico dell’olio da cucina esausto nei biocarburanti
L’olio da cucina esausto, o Uco (Used cooking oil), è diventato un elemento cruciale nell’industria dei biocarburanti, tanto che il suo ruolo è paragonabile a quello del petrolio per i carburanti fossili. Questo scarto, se adeguatamente raccolto e trattato, può essere trasformato in diesel rinnovabile, un biocarburante che offre una significativa riduzione dell’impronta di carbonio rispetto ad altre materie prime, come l’olio di soia o di canola.
Tuttavia, l’economia globale è fortemente dipendente dalle dinamiche di approvvigionamento di questo materiale, e il commercio di Uco è diventato un campo di battaglia strategico tra le principali potenze economiche.
La Cina, il gigante nella produzione di Uco e i suoi effetti sul mercato
La Cina, leader mondiale nella produzione di Uco, detiene il 60% delle esportazioni globali verso l’Europa, rendendo quest’ultima fortemente dipendente dalle importazioni. Negli ultimi anni, l’afflusso massiccio di Uco cinese sul mercato europeo ha portato a un calo drastico dei prezzi, da 2.250 euro per tonnellata a soli 1.100 euro. Questo ha sollevato preoccupazioni sulla trasparenza della filiera, poiché si teme che parte dell’olio importato possa essere fraudolentemente etichettato come Uco, mentre in realtà si tratta di olio di palma, noto per il suo impatto devastante sulla deforestazione.
L’Unione Europea e le misure Anti-Dumping: un tentativo di difesa del mercato
A fronte di questa situazione, l’Unione Europea ha adottato misure anti-dumping, imponendo dazi fino al 36,4% sul biodiesel cinese. Queste misure, entrate in vigore lo scorso 16 agosto, mirano a proteggere il mercato europeo da pratiche commerciali sleali, dopo che un’indagine ha rivelato che le importazioni dalla Cina avevano raggiunto il record di 1,8 milioni di tonnellate nel 2023. Non sorprende che, a seguito dell’avvio dell’indagine, le importazioni siano crollate del 50% nella prima metà del 2024.
Un approccio etico e sostenibile, come il riuso dell’olio da cucina esausto, per il futuro
Questo scenario evidenzia l’importanza di un approccio etico e sostenibile nella gestione delle risorse alimentari e dei loro derivati. Il riutilizzo dell’olio da cucina esausto rappresenta non solo un’opportunità per ridurre gli sprechi, ma anche una leva strategica per l’economia globale, con implicazioni che vanno ben oltre il settore dei biocarburanti.