Il ristorante automatico: cos’è Data Kitchen
Dallo scorso dicembre a Berlino la ristorazione è cambiata. In un palazzo che nei primi anni ’20 fu sede del partito comunista tedesco ha ora sede Data Kitchen, il primo ristorante automatico d’Europa. Non esistono camerieri, si ordina il proprio pasto con l’app oppure online. Poi si attende la notifica e, quando è il momento ci si avvia verso “il muro del cibo”. Cos’è? Una parete composta da venti scaffali lucidi e da mobili bianchissimi, nel quale ogni finestrella da opaca diventa trasparente quando il proprio pasto è pronto e riporta il nome dato al momento dell’ordine.
Data Kitchen si fonda sul concetto del self service automatizzato, ma differisce dal modello statunitense, non è una mensa o un ristorante per studenti. Lo chef Alex Brosin ha lavorato affianco dei migliori chef stellati di Berlino e propone ingredienti selezionati, prodotti stagionali, menù ricercati di alta cucina.
Il motto è slow food, fast food: ingredienti ricercati elimando l’attesa. Uno studio ha dimostrato infatti che il tempo medio a disposizione per chi ha una pausa pranzo non supera i 25 minuti circa, spesi ordinando e aspettando il pasto in un ristorante. Oltre al cibo, Data Kitchen vende tempo, la teconologia in questo caso restituisce il tempo perduto.
Automatico, ma non del tutto!
Al Data Kitchen non tutto è automatizzato al 100%. È infatti presente una parte umana composta da 3 persone: il manager, il barista (per il controllo sulla somministrazione di alcolici) e un runner che traferisce i pasti dalla cucina ai box. Il manager, oltre a gestire l’organizzazione, ha il classico compito di accogliere i clienti, sorridere, rispondere ad ogni esigenza del cliente perchè nonostante il processo tecnologico la parte umana in un ristorante, al di là della più avanzata tecnologia, è una componente fondamentale.
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