Avete mai ordinato una pizza hawaiana? Molto probabilmente la vostra risposta sarà “no”, “assolutamente no”, “non lo farei mai”. Eppure all’estero pare avere molto successo, tanto che è in grado di soddisfare il palato di milioni di persone. Si tratta della pizza farcita con l’ananas, abbinata molto spesso ad un salume come pancetta e prosciutto: un vero e proprio must oltreconfine. Purtroppo questo non è l’unico esempio della nostra tradizione che viene rivisitato in maniera… discutibile!
L’ananas-gate
Nei giorni scorsi, a proposito di queste bizzarre ricette, si è scatenato un caso mediatico che ha coinvolto il presidente islandese. Parliamo dell’ananas-gate. Guðni Thorlacius Jóhannesson, durante un incontro con gli studenti di un liceo di Akureyri, ha posto numerose domande ai giovani ragazzi, soffermandosi anche in ambito gastronomico chiedendo il proprio piatto preferito. Alla risposta “la pizza con l’ananas” ha annunciato che, se potesse, la vieterebbe in tutto il Paese. Nel giro di pochi minuti sui social qualcuno aveva lanciato l’hashtag #pineappleonpizza, dividendo il popolo della rete (e della tavola) tra chi era favorevole alla proposta e chi invece era contrario.
I chiarimenti sulla pizza con l’ananas
A seguito di quanto emerso, il presidente Jóhannesson ha scelto di fare chiarezza pubblicando un post sia in islandese che in inglese. Nelle poche righe sui social afferma: “Mi piacciono gli ananas, ma non sulla pizza. Non ho il potere di fare una legge che proibisca alle persone di mettere l’ananas sulla pizza. Sono felice di non avere tale potere. I presidenti non dovrebbero avere poteri illimitati. Non vorrei avere questo incarico se mi desse il potere di emanare leggi che proibiscano ciò che non mi piace. Non vorrei vivere in un Paese del genere. Per quanto riguarda la pizza, consiglio di metterci sopra il pesce”.
Tutto è bene ciò che finisce bene. W la pizza, qualsiasi sia la sua farcitura!