“Negli ultimi 300 anni la pizza è stata tramandata. Sono stati custoditi i tanti segreti di tecniche e di ingredienti. Oggi, grazie a questo importante riconoscimento, tutto questo può essere trasmesso e raccontato a tutti quanti. Credo che questo sia da un lato un cambio epocale. Dall’altro mette al centro l’artigianalità e così la pizza in un mondo globalizzato assume tantissimi aspetti.
Il campionato del pizzaiolo napoletano
La cosa bella è che questo riconoscimento va a premiare chi fa questo lavoro come scelta di vita. Grazie anche all’arte tramandata da generazioni e soprattutto lo fa con la passione e con l’anima. Io dico sempre che la pizza napoletana, rispetto alle altre, ha un’anima. Il pizzaiuolo che racconta, tramanda, crea cose nuove e allo stesso tempo porta avanti le tradizioni.
Credo che l’Unesco abbia voluto premiare questo. E soprattutto il pizzaiolo che ha avuto la capacità di trasmetterlo a tutti coloro che fanno parte del mondo del cibo. Gli appassionati, i curiosi ma anche i più grandi esperti gastronomici. Penso che questo sia un grande valore che va riconosciuto al pizzaiolo e a tutto il mondo che li sostiene e crede profondamente in loro.
Un elogio ai pizzaioli
Un elogio va anche alle numerose famiglie di pizzaioli, ma anche ai produttori come noi che fanno questo lavoro da generazioni e lo fanno con grande passione e dedizione. Come tutte le cose che facciamo si tratta di un grande lavoro di squadra, il Mulino Caputo ha sostenuto la campagna collegandola al Campionato Mondiale, l’unico vero campionato che si tiene a Napoli.
Lo abbiamo chiamato Campionato Mondiale del Pizzaiuolo – Trofeo Caputo e non campionato della pizza perché il Mulino Caputo ha sempre riconosciuto nell’arte del pizzaiuolo un qualcosa di diverso dagli altri: un codice, uno stile perfettamente riconosciuto nel mondo e il Campionato è diventato il luogo dove i pizzaiuoli si possono esprimere, raccontare e perché no confrontarsi con altri mondi come la pizza americana o quella giapponese.
Anche durante le Caputo Cup, ossia le numerose tappe del Campionato Mondiale, abbiamo raccolto tantissime firme, ricordo poi le 500.000 firme raccolte proprio nella città di Napoli. Attraverso il Trofeo Caputo abbiamo dato il nostro contributo alla campagna e tutto questo ha creato un grandissimo movimento, insieme anche all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, che penso abbia fatto scattare quella passione che poi ha coinvolto tutti.
Non dimentichiamo però il ruolo importante che ha avuto la pizza STG, l’unica certificata al mondo e che, in questa campagna, ha dato credibilità e storia al pizzaiolo e al prodotto”.
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