Il salone internazionale dei vini e dei distillati
Fino al 18 aprile torna alla Fiera di Verona il più importante salone internazionale dei vini e dei distillati. La 52esima edizione di Vinitaly si è aperta con 4.380 espositori (130 in più rispetto al 2017). In tutto partecipano all’evento 36 Paesi stranieri, presenti nell’International WineHall (ben 7 in più dell’anno scorso).
Punto di riferimento per il business e la cultura legati al settore enologico, che vale per il Paese 5,9 miliardi di euro di export, Vinitaly è una delle manifestazioni a più alto tasso di internazionalità. In questi giorni sono attesi in fiera operatori specializzati da tutto il mondo. Più di 1.000 i nuovi buyer accreditati per la prima volta alla rassegna veronese e con un’agenda già fissata di incontri b2b.
All’inaugurazione della 52esima edizione che si è tenuta ieri, sono intervenuti il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, il presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello, il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia e il viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero.
Presenti nell’auditorium Verdi del Palaexpo anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.
Il futuro dei mercati, i mercati del futuro: Italy first in America?
Nel corso della mattinata di ieri è stata illustrata anche la ricerca “Il futuro dei mercati, i mercati del futuro: Italy first in America?”, realizzata da Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, il focus che ha riguardato i modelli di consumo e i trend futuri del settore vino negli stati di New York, California, Illinois, Minnesota e Winsconsin.
Sull’argomento sono intervenuti il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, il vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini e il direttore dell’Agenzia Ice di New York e Coordinatore della rete USA, Maurizio Forte.
Maurizio Forte e i vini italiani
“Gli Usa sono il mercato più promettente” sottolinea Maurizio Forte, Ice di New York. Per il vino italiano è questo il dato che emerge dall’interessante ricerca Vinitaly-Nomisma. Gli Stati Uniti assorbono già un quarto del nostro export e cresceranno del 4-5% l’anno nel prossimo quinquennio.
I nostri prezzi medi restano tuttavia ancora bassi, nonostante il 94% dei consumatori ritenga che il vino italiano abbia una qualità uguale o superiore a quello francese, tanto che l’88% sarà disposto a pagarlo di più in futuro.
Abbiamo quindi dei chiari margini per migliorare la percezione dei nostri vini. Il Progetto Vino USA, sviluppato dall’Agenzia ICE, mira proprio a colmare questa lacuna. Un percorso ambizioso reso possibile dall’impegno del Ministero dello Sviluppo Economico nonché dal grande gioco di squadra con Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc ed ovviamente Vinitaly. Proprio con Vinitaly ICE ha una partnership consolidata nel tempo, che si rafforza di anno in anno”.
Maurizio Forte, dal 2015 è il Trade Commissioner dell’ICE – Agenzia con sede a New York e Coordinatore della rete USA.
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Fonte: ansa.it