Pizza made in Italy? Sì, ma non troppo. Stando a quando sostiene Coldiretti, la tanto amata pizza che crediamo 100% italiana spesso viene prodotta con prodotti provenienti dall’estero. Dimenticate il pomodoro di Agerola, il grano italiano, la mozzarella campana e l’olio extravergine d’oliva nostrano. Pomodoro cinese, grano ucraino, mozzarella lituana e olio tunisino sono gli ingredienti più utilizzati nelle pizzerie. Che puntano al risparmio della materia prima, scegliendo i prodotti stranieri. Cosa comporta questa scelta? In Italia, due pizze su tre sono ottenute da un mix di ingredienti provenienti da oltreconfine e il cliente finale (cioè tutti noi) ne è all’oscuro.
Secondo Coldiretti 2 pizze su 3 non sono italiane
Come riporta il sito Tgcom24, per tutelare questo prodotto tipico della nostra penisola, “Coldiretti ha deciso di moltiplicare le iniziative e i progetti allo scopo di garantire che tutti gli ingredienti provengano da aziende attive sul territorio nazionale. La pizza è una ricchezza del Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – che deve essere tutelata anche con strumenti come l’obbligo di indicare la provenienza per tutti i principali componenti della pizza.
Si potrebbe cominciare – dice Coldiretti – proprio con l’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti per tutti i principali componenti della ricetta. In questo modo, i clienti di una pizzeria sarebbero informati su quello che stanno effettivamente mangiando. E avrebbero la possibilità di scegliere se vogliono cenare o meno in quel locale”. L’obiettivo è ambizioso ma è indispensabile affinché i consumatori abbiano chiaro l’origine dei prodotti che hanno nel piatto.
Visto che “per Unesco le competenze legate alla produzione della pizza, che include gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”. E l’arte del pizzaiuolo napoletano è stata dichiarata da poco patrimonio dell’umanità, è bene tener presente che per ottenere un prodotto di qualità c’è bisogno del giusto ingrediente. Meglio se locale.