Pasta Party: La Fabbrica della Pasta di Gragnano e…

Centoventi formati di pasta, circa dodici, tra quelli già brevettati e quelli in procinto di ottenere il brevetto in Europa nonché due a livello mondiale. Esportazioni in 67 Paesi, tra UE ed extra UE. Sono questi alcuni dei numeri sui quali viaggia La Fabbrica della Pasta di Gragnano, riuscendo, comunque, a garantire un prodotto di una pregiata artigianalità, coniugata all’innovazione, sia nel settore della produzione che in quello del design.

Un compleanno importante

Quest’anno l’azienda festeggia i 10 anni del formato più grande al mondo: la Caccavella (“pentola”, in napoletano), un nuovo ed esclusivo modo di interpretare la pasta, una monoporzione estremamente versatile e adatta a svariate interpretazioni.

La Caccavella sarà al centro di un progetto di solidarietà, che prevede di devolvere a Telethon il 10 per cento dell’incasso ottenuto dalla vendita del formato, iniziativa nata e annunciata in seno al “Pasta Party”.

La Fabbrica della Pasta di Gragnano, che vanta la collaborazione di circa 100 persone, tra quelle in organico e l’indotto, è condotta dai fratelli Moccia con un rigore che li porta a scommettere ininterrottamente sulla ricerca, effettuando controlli serrati e innovando continuamente il design dei formati e delle confezioni, senza trascurare la cura dei formati classici, sempre molto graditi.

pasta di gragnano
Il loro motto è “Dal primo chicco di grano al pacco di pasta”. Una dedizione applicata all’intero percorso di filiera che consente una produzione artigianale di altissimo livello. Garantita da: materie prime di qualità, acqua dell’antica – certificata – sorgente “Imbuto” dei Monti Lattari. E, per ogni formato, l’uso esclusivo di trafile di bronzo con un’asciugatura lunga e delicata a bassa temperatura.

La pasta di Gragnano, tradizione e gusto

“Io mi considero un pastaio.” racconta Antonino Moccia. “Nell’azienda controllo ogni fase della produzione. E, con la stessa passione, assieme alla mia famiglia, mi dedico anche alla ricerca del design. Custodisco ben 32 segreti che applico nelle diversi fasi. Ma che non vi svelerò.”, afferma sorridendo. “Si tratta di accorgimenti che ci trasmettiamo di “padre in figlio” e che ora saranno consegnati a mio nipote Mario, la quarta generazione in azienda.”

Nel corso del “Pasta Party, organizzato presso il Resort Le Axidie di Seiano, il borgo marinaro di Vico Equense, e dedicato a tutti i “testimoni e messaggeri” dell’azienda, agenti e clienti italiani ed esteri, la famiglia Moccia ha chiamato a raccolta grandi nomi della gastronomia tout court. Gli chef stellati Giuseppe Aversa de Il Buco di Sorrento e Domenico Iavarone, del Josè Restaurant di Torre del Greco. Le tre cuoche di Badalu: Barbara, Daniela e Lucia. Il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo, affiancato dalla cuoca-blogger Fiorella Breglia.
 
Loro due, in collaborazione con Peppe Aversa, hanno creato, in esclusiva per l’evento, “Sentore di pizza”, che rimarrà in degustazione per due mesi presso il ristorante Il Buco. Assieme a loro, ai fornelli, anche Giacomo De Simone, executive chef del ristorante della casa, Punta Scutolo. Il maestro pasticcere Sal De Riso, ispirato dalla qualità e dal formato della Caccavella, ha elaborato una inedita versione dolce, preparando “A past e Ajer”.
 
“La nostra pasta offre a chi la consuma una precisa identità gustativa e una forte carica emozionale.” ha affermato Antonino Moccia. “In occasione del decennale, abbiamo voluto riservare una sorpresa ai nostri clienti. Poiché crediamo che la nostra pregiata pasta sia così bella da poter essere indossata, i consumatori potranno trovare, in alcune delle confezioni in commercio, un piccolo gioiellino, ispirato ad alcuni dei nostri formati più rappresentativi”.
 

 

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