L’evoluzione tecnologica ha coinvolto anche il settore delle consegne a domicilio o food delivery che ha visto, dal 2015, una crescita esponenziale grazie alle numerose piattaforme e startup dedicate alla consegna di piatti pronti. Negli ultimi cinque anni si è passati infatti dai servizi di consegna specifici di ogni attività ristorativa – ricordando che la pizza, per numerosi anni, è stata la protagonista assoluta – a piattaforme di food delivery online che gestiscono, e facilitano, sia il processo di ordinazione che di consegna.
Il boom del food delivery
Il fenomeno delle consegne a domicilio ha dato una svolta anche all’offerta disponibile nel mercato: food delivery non è più sinonimo di Junk Food. Accanto ai classici snack e pizze – anche in versione gourmet, il consumatore dispone di una varietà di piatti e cucine: vietnamita, senza glutine, macrobiotica, giapponese, italiana, vegana senza sporcare padelle ed improvvisarsi chef, e ricevendo comodamente la cena o il pranzo a casa.
Secondo gli ultimi dati 2018 di Coldiretti/Censis sul food delivery, almeno una volta al mese circa 4 milioni di italiani si sono fatti consegnare il cibo a domicilio. E si stima che entro il 2022 le piattaforme di food delivery potrebbero generare un giro d’affari di oltre 2 miliardi e mezzo di euro.
Quest’abitudine, oggi, afferma Coldiretti, coinvolge principalmente consumatori dai 25 ai 34 anni che hanno poco tempo da dedicare alla cucina, vogliono stupire i propri commensali invitati a cena oppure dare una svolta alla serata con piatti laboriosi che non potrebbero preparare da soli, e ancora amano scoprire piatti nuovi e di paesi lontani o, solamente, non hanno voglia di uscire di casa.
Un’espansione a macchia d’olio
Per i Millenials, anche in considerazione di un budget che può essere ridotto, il food delivery sta diventando una vera e propria alternativa al ristorante.
Questo fenomeno sta conquistando pian piano anche la Generation X (età 36-53 anni) che non ha più il tempo di fare la spesa o cucinare, cogliendo così le numerose occasioni di farsi portare il cibo da un corriere. Contemporaneamente dalle città metropolitane il fenomeno si sta estendendo verso i piccoli centri urbani grazie alle piattaforme di digital food delivery che servono le zone locali.
Al giorno d’oggi, quindi, per un’attività di ristorazione diventa interessante offrire al cliente il servizio take away attraverso le numerose piattaforme di food delivery presenti nel mercato che, permettono numerosi vantaggi sia a livello logistico, di organizzazione e di visibilità. Dal punto di vista pratico, il punto di forza è sicuramente la velocità di trasmissione dell’ordine che avviene con un qualsiasi device connesso a internet, tramite sito web oppure App.
Anche i tempi di consegna si riducono e il ristoratore non si deve preoccupare di gestire fattorini a proprio carico. Grazie alla geolocalizzazione, inoltre, è possibile controllare in tempo reale lo stato dell’ordine fino alla consegna. Essere partner di piattaforme di food delivery aumenta la visibilità dell’attività di ristorazione e permette di far conoscere la propria realtà e i piatti del menù a nuovi clienti. Come per i servizi di prenotazione online, il ristorante 2.0, grazie alla collaborazione con le diverse piattaforme, può ottenere informazioni dettagliate sugli utenti e così conoscere gusti e abitudini alimentari per personalizzare al meglio l’offerta e il servizio.
Le opportunità offerte dal digital food delivery permettono quindi di avere una maggiore visibilità, migliorare l’organizzazione, e raggiungere un numero più elevato di clienti potenziali rispetto alle forme più tradizionali.
Abbiamo intervistato i responsabili dei principali servizi di food delivery in Italia. Clicca sull’icona e scopri cosa ci hanno raccontato di loro Deliveroo, Glovo, Just Eat, Moovenda e Foodracers: