L’Albereta, uno dei miti dell’ospitalità italiana, è il sogno realizzato della famiglia Moretti che su questa collina in Franciacorta ha trasformato una villa nobile di inizio ‘900 con tre torri in un relais di 57 camere distribuite nelle tipologie classica, superior, deluxe, junior suite e suite.
All’Albereta c’è anche la suite Sofia Loren, che ricorda l’attrice che vi soggiornò un mese e mezzo durante le riprese di un film girato sul lago di Iseo. Alle dipendenze del General Manager Matteo Confalonieri un centinaio di professionisti si occupano dei servizi in albergo e del grande parco circostante che confina con i vigneti di proprietà.
L’Espace Chenot Health Wellness SPA è uno dei motivi per venire a Erbusco, con il dipartimento medicale che ha messo a punto programmi di trattamenti esclusivi dimagranti o detox. Riservato agli ospiti in trattamento, il Ristorante Benessere aperto su un bovindo nel parco fiorito è dedicato alle ricette create da Dominique Chenot e da lei messe a punto insieme ad un’equipe di esperti, per fondere insieme equilibrio e gusto.
Gli altri tre ristoranti dell’Albereta sono frequentati spesso da esterni oltre che dagli ospiti residenti. Sistemato nelle sale più antiche della villa decorate con affreschi e motti in latino dedicati all’ospitalità il VistaLago Bistrò è attivo dal primo caffè del mattino sino al bicchiere della staffa a tarda notte.
Questo cuore vibrante del relais dispone di 60-70 coperti, piano bar e musica dal vivo. Dopo la prima colazione a buffet, durante tutto il giorno propone una selezione di snack e per pranzo e cena piatti più autentici della tradizione italiana e del territorio come i tonnarelli cacio e pepe, le crocchette di lavarello e melanzane, la costoletta di vitello alla milanese. Dalla terrazza immersa nel parco secolare si vede Montisola che si bagna nelle acque del Lago di Iseo.
Sempre nel parco vicino all’ingresso una piccola costruzione usata a lungo come negozio per i prodotti in vendita è stata trasformata nel 2017 in una pizzeria denominata La Filiale, dove il pluripremiato artigiano della pizza Franco Pepe, forte di un’esperienza internazionale, propone profumi e sapori speciali molto apprezzati anche dagli abitanti del circondario sfornando fino a 150 pizze per serata.
Il Leone Felice e Fabio Abbattista
L’angolo gourmet dell’Albereta è il piccolo ristorante Leone Felice, appena una decina di tavoli per 20-30 coperti, aperto solo alla sera dal martedì al sabato in un’atmosfera raffinata con decoro contemporaneo che esalta il miglior design italiano.
Questo è l’orgoglio di Fabio Abbattista, Executive Chef di talento che ha acquisito una stella Michelin nel suo ristorante Unico a Milano prima di essere chiamato a raccogliere nel 2013 l’impegnativa sfida di successore nientemeno che di Gualtiero Marchesi: il Maestro scomparso recentemente qui ha operato per lunghi anni creando celebri piatti che tutti ancora ricordano. Abbattista è una delle promesse della gastronomia di oggi, non a caso scelto da Identità Golose per rappresentare la cucina italiana contemporanea a Milano in occasione di Expo 2015. Leone, il nome curioso scelto dalla famiglia Moretti per questo ristorante, è un tributo allo scomparso custode e giardiniere della tenuta prima che si trasformasse in albergo. Gran parte della materia prima arriva in cucina direttamente dalla collina Bellavista grazie a un piccolo allevamento di polli e conigli di varietà pregiate, nutriti come un tempo.
Dall’orto di famiglia ogni giorno il ristorante Leone Felice riceve ortaggi, frutta ed erbe aromatiche: ne risulta una cucina elegante e leggera, dove risaltano i sapori più autentici di ogni ingrediente.
Un’esperienza speciale dedicata a chi desidera scoprire cosa succede davvero dietro le quinte di un ristorante considerato tra le realtà più importanti del panorama enogastronomico italiano si può provare prenotando la Chef’s Table, un tavolo privato proprio nel cuore pulsante della cucina a fianco dello chef. Può accogliere da 2 a 8 persone con un menù da 6 portate create a mano libera dello Chef per sperimentare un percorso sensoriale originale e assistere in prima fila al lavoro senza soste della brigata di cucina di 15 persone con età media di 25 anni durante le fasi di preparazione e confezionamento dei piatti. Lo chef stesso accompagna personalmente gli ospiti in questo percorso, raccontando le caratteristiche di ogni produttore che seleziona, i segreti di ogni ricetta, l’ispirazione e la storia racchiusa in ogni piatto.
Una cena al Leone Felice all’Albereta parte con tre saluti della cucina prima ancora di vedere la lista: in inverno chips di polenta con polipo e tartufo bianco, farinata di ceci con mortadella, crocchetta di patate con cacio e pepe. La lista degli antipasti comprende lumache, carciofi e teriyaki, cipolla di Montoro cotta al sale, formaggio d’alpeggio e patate, un inusuale cardo gobbo gratinato con taleggio e castagna affumicata oppure il morbido di seppia e intingolo mediterraneo prima di passare ai primi piatti con gnocchi di patate al Franciacorta e caviale affumicato, pappardelle al ragù di lepre in salsa dolce forte, risotto ai funghi, menta e fave tonka, cappelletti al grano arso, coniglio e burro di acciughe e infine gli spaghetti alla milanese “omaggio a Gualtiero Marchesi”, un piatto volutamente semplice e saporito che racconta una bella storia, concepito dai due chef insieme al momento del passaggio di consegne nel 2013.
Tra i piatti di pesce c’è la spigola al vapore, scarola imbottita e salsa al cacciucco, coda di rospo alla mugnaia, mandorla e bergamotto, astice blu alla griglia, zucca e puntarelle; tra le carni il filetto di fassona al pepe verde, broccolo glassato agli agrumi, il capriolo in crosta di pane al fieno di montagna,
mela cotogna e castagne al finocchietto, la pluma di mora romagnola alla brace, patata al cartoccio e ketchup di albicocche e infine il piccione cotto sulla cenere, rabarbaro e pepe timut. Ampia e stuzzicante la lista dei dessert. La scelta dei vini è importante, con le bottiglie di Franciacorta Bellavista appunto in bella vista.
Courtesy: Leonardo Felician