Le conseguenze del Coronavirus sul turismo si avvertono pesantemente nelle attività del settore. Secondo i nuovi dati di Confturismo-Confcommercio, dal 1 marzo al 31 maggio è previsto un vero e proprio picco: 31,625 milioni di turisti in meno in Italia.
Con una perdita di 7,4 miliardi di euro. Come commenta Luca Patanè, presidente di Confturismo-Confcommercio: “La situazione è drammatica per tutto il comparto del turismo. Purtroppo stiamo pagando le conseguenze di una comunicazione mediatica molto più letale del virus. Anzi il peggior virus è l’isteria, grazie a questo siamo considerati come degli untori e così temuti e tenuti lontano. Quindi dobbiamo eliminare l’isteria dal sistema ricostruendo da subito un messaggio rassicurante e veritiero dello stato delle cose in Italia”.
I dati sono preoccupanti per il settore del turismo, ma non completi perché in questo calcolo non si tiene in considerazione la perdita dei viaggi organizzati verso l’estero e nemmeno la componente dei viaggi di affari verso l’estero.
Difficile comprendere e soprattutto anticipare quale sarà la diffusione del Coronavirus, nonostante l’imminente ingresso nella stagione primaverile e più calda che dovrebbe contenere i contagi. Il presidente di Confcommercio Sangalli lancia comunque l’allarme, sostenendo che: “La destinazione Italia rischia di sparire totalmente dai radar del turismo internazionale. L’ulteriore ondata di contagi nell’ultima settimana sta producendo danni difficilmente recuperabili a breve. E il recente blocco sulle partenze dagli Usa rischia di mettere in ginocchio l’intera filiera”.
Il settore gastronomico e alberghiero
L’impatto che l’evoluzione del Coronavirus sta avendo, tocca di conseguenza anche il settore gastronomico e quello alberghiero. Le associazioni di categoria, preoccupate per la situazione, chiedono a proprie regioni e governo aiuti che permettano si sostenere la situazione. Alcuni esempi sono di esonerare per il 2020 gli esercizi della ristorazione e albergheria dal pagamento della tassa esercizi pubblici, e di sospendere la riscossione delle tasse sul demanio e sul suolo pubblico, o ancora di ridurre la tassa sui rifiuti.