In un momento in cui, fatalmente, tutto il segmento del beverage sta subendo una radicale trasformazione, è significativo il lancio di un portale come www.originalitalia.it. Si tratta di una piattaforma di e-commerce vino e slow, così come è stato ribattezzato dai suoi ideatori. Questo e-commerce di vino si propone di approcciare in maniera alternativa la commercializzazione dei prodotti vinicoli. Parte dallo story-telling ad essa associato e compone così un panel esclusivo, di piccoli produttori, quelli al di sotto delle 80.000 bottiglie realizzate ogni anno.
Il progetto di questo e-commerce di vino ha cuore pulsante a Merano. Uno dei palcoscenici principali su cui si giocano le sorti della moderna viticoltura italiana. Marino Casucci è il CEO di Originalitalia Srl e insieme a Corrado De Michelis, istruttore sommelier, hanno creato il progetto. Uno dei loro obiettivi, è quello di spostare il focus degli acquirenti su quella produzione di nicchia. Infatti, questa è costantemente penalizzata dai criteri macroeconomici alla base della commercializzazine massiva, cui il mondo del vino non fa eccezione. Invece, la produzione di nicchia è la vera e verace eredità di un settore che fino a pochi decenni fa era prevalentemente artigianale.
Come farlo? Lavorando intensamente sulla percezione del valore aziendale. In portale infatti sono e saranno presenti realtà che si muovono all’insegna della sostenibilità. Anche se i criteri di scelta delle cantine non sono radicalmente “bio” o “naturali”. Ci si focalizzerà piuttosto sul processo che non sulle etichette. Verranno quindi selezionati quindi produttori che rispettano l’ambiente e i cicli naturali. Così come i produttori che gestiscano direttamente la coltivazione delle proprie uve, l’imbottigliamento e la produzione. Oppure che dal vigneto alla vinificazione prediligano metodi come la vendemmia manuale, l’utilizzo limitato di solfiti, le buone pratiche di consumo energetico e di gestione dei rifiuti. E le visite in queste aziende non si limiteranno ad un assaggio dei campioni “da remoto” come capita per i competitor di più largo successo.
Lo stesso processo di commercializzazione, nelle idee dei promotori dell’iniziativa e del loro team, è sostenibile. Si punta quindi ad un “giusto prezzo” delle etichette in catalogo. Convinti che, soprattutto in questo periodo, l’unica via per crearsi credibilità nel segmento sia lavorare con serietà e costanza. Durante la giornata di presentazione – virtuale – del progetto, in rappresentanza dei 24 produttori attualmente presenti sul portale, sono intervenuti diversi produttori.
– Massimo Palmieri della Tenuta San Marcello, con il vino Buca della Marcona 2018
– Lidia Serra e Stefano Gabellini della Tenuta La Viola, con il vino Colombarone Romagna DOC Sangiovese Superiore 2018.,
– Enrico Druetto, dell’omonima cantina, con il vino Morej 2016.
Il Buca della Marcona 2018 è un Verdicchio dei Castelli di Jesi in purezza che nasce nell’entroterra di Senigallia, provincia di Ancona, a circa 200 metri sul livello del mare, da una cantina che punta a valorizzare la propria, eccezionale, collocazione, condivisa con la DOC del Lacrima di Morro d’Alba Superiore. Esclusivamente vinificazioni di territoriali in purezza, come questo, naso di scorza di cedro, pescanoce, una chiusura sui piccoli fiori gialli, boccata densa, di bella tensione, decisamente
salino e finale con ritorno della traccia agrumata.
La Tenuta La Viola sfrutta invece l’altrettanto indubbia vocazione di Bertinoro sull’Appennino Tosco-Romagnolo ma accarezzato dalle brezze dell’Adriatico, patria di Sangiovese ed Albana. Il Colombarone è un grande classico del Romagna DOC, un vino dal naso di ciliegia sotto spirito con sfumature speziate, una bella traccia di sottobosco in chiusura, bocca dai tannini sapidi, bella persistenza e finale con ritorno della traccia balsamica.
Per finire, un passaggio nel Monferrato, da Enrico Druetto, che con artigianato di grande consapevolezza coltiva le sue vigne vecchie (65 anni o più) situate tra Alfiano Natta e paesi limitrofi. Il Morej è il vino-simbolo della sua filosofia: 90% di Barbera da vecchie viti, il 10% da altri 14 antichi vitigni territoriali, una sorta di sfida al ritorno alla vecchia maniera di fare “la” Barbera in zona: molto sottobosco al naso, con piccoli frutti rossi, tocchi speziati e un finale mentolato. Teso, succoso e iodato alla bocca, con bella perssstenza e ritorno, in chiusura, della freschezza officinale.
Originalitalia: l’e-commerce del vino a impatto zero
Di Luca Gardini