Vino: la riscoperta del biologico, senza solfiti e a bassa gradazione

Molti – e sempre di più – riscoprono il vino biologico. Infatti, sempre più consumatori preferiscono quello senza solfiti. E a bassa gradazione. Tanto che, l’attuale sfida per enologi e agrotecnici è quella di produrre vino biologico, senza solfiti aggiunti e che, però, allo stesso tempo, conservi le caratteristiche organolettiche.
 
vino biologico
 
Cantine Belisario è il più grande produttore di Verdicchio di Matelica. È un’azienda cooperativa certificata per la vinificazione di uve da coltura biologica. Annualmente, investe oltre i 70mila euro in ricerca. E ora, finalmente, sta presentando le prime bottiglie di vino biologico con zero solforosa.
 
L’enologo Roberto Potentini racconta il progetto di Cantine Belisario. “Abbiamo lavato le uve con l’ozono. Che è naturalmente presente in atmosfera. Così, abbiamo prodotto un vino a zero solforosa. È una microproduzione di 4700 bottiglie bio. Abbiamo usato dei tannini, potenti antiossidanti naturali. Tutto ciò ci ha permesso la certificazione da Valoritalia di vino senza solfiti. Infatti, sono sotto la soglia minima del dieci milligrammi/litro. Inoltre in vigna è stato utilizzato il chitosano. Si estrae da alcuni funghi e dai granchi. E si usa per sostituire l’utilizzo del rame”.
 
Potentini anticipa anche che Cantine Belisario sta lavorando a un vino di 9 gradi. E questo perchè, la tendenza di mercato premia i vini parimenti buoni, ma a basso grado alcolico.
 
Buone notizie anche dalla Puglia. Colli della Murgia è la prima azienda vitivinicola biologica pugliese nata nel 1990 nel territorio di Gravina in Puglia. E punta ad azzerare i solfiti attraverso un sostanziale equilibrio del terreno e l’apporto delle giuste sostanze organiche.
 
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