La notizia arriva dalla Cina, nonostante i contagi quasi a zero del Paese. Il Covid può sopravvivere sulle confezioni di alimenti surgelati, è quanto sostenuto da medici e funzionari cinesi dopo un caso di epidemia.
La città di Qingdao è stata colpita da un focolaio di positivi legati a due lavoratori portuali e scaricatori di merce congelata. Il CDC (Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie) ha analizzato i prodotti e ha rilevato, sull’imballaggio esterno del prodotto merluzzo congelato – importato il 17 ottobre, tracce di coronavirus vivo. L’ipotesi condivisa dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie rileva che il Covid può essere trasportato anche per lunghe distanze tramite prodotti congelati.
Non solo la Cina, ma anche altri Paesi hanno avuto casi simili. Come il Regno Unito, dove in alcune fabbriche dedicate alla produzione e distribuzione di alimenti congelati sono capitati casi di positività. Come riporta l’agenzia di stampa cinese, “è stato confermato che il contatto con l’imballaggio esterno contaminato dal nuovo coronavirus può causare infezioni”. Ma senza specificare l’origine del prodotto congelato. Già dal mese di agosto, lo stato cinese aveva intensificato i controlli e i requisiti di ispezione per tutte le importazioni di merci fredde. Questo dopo altre scoperte come tracce di coronavirus sui prodotti provenienti dal Brasile, come ali di pollo congelate oppure su frutti di mare e gamberetti di indubbia provenienza.
Lo studio australiano
Ricercatori australiani dello Csiro hanno pubblicato sulla rivista scientifica Virology Journal il risultato di uno studio sulla sopravvivenza del virus sulle superfici. Il coronavirus a quanto pare sopravvive per lungo tempo. E le superfici più adatte al suo mantenimento sono i vetri, come quello del cellulare e quindi superfici lisce. L’esperimento è stato svolto in laboratorio con le condizioni ideali per uno sviluppo del contagio e che, nella realtà di tutti i giorni, sono poco possibili. Lo studio rileva quindi che il virus a 20 gradi è sopravvissuto per 28 giorni su vetro, acciaio, banconote e pvc, ma comunque in dose insufficiente per il contagio. E si è ridotto a 7 giorni a 30 gradi. Per 14 è rimasto su vestiti e quindi superfici porose, riducendosi a 3 giorni sempre a 30 gradi. Arrivando a 40 gradi, le tempistiche si sono ben ridotte: 24 ore sulle banconote, vetro e acciaio e 16 sulle superfici porose.