Chi è Ludovica Gargari?
Ludovica Gargari nasce a Roma il 20 dicembre 1997.
Già nel 2005, a 8 anni, Ludovica ha incominciato a lavorare in televisione come attrice, partendo da piccoli ruoli per poi continuare nella serie RAI “Provaci ancora prof!” dove, dal 2005 al 2017, interpretava la figlia di Veronica Pivetti ed Enzo De Caro. In quegli anni Ludovica è stata impegnata anche nelle riprese di altre serie tv (come “Giovanni Falcone – Lʼuomo che sfidò cosa nostra” e “La terza verità”) ma anche al cinema con i film “Ex”, “Due imbroglioni e mezzo… 2”, “Una buona stagione” con la regia di Gianni Lepre.
Tutto questo senza mai lasciare la scuola. Anzi, è sempre stata abituata a doversi dividere tra i due spazi, la quotidianità e il lavoro, che per lei era semplicemente un gioco.
Tutto questo le ha dato la possibilità di ottimizzare i tempi, di crescere in un mondo di adulti e di capire prima del tempo cosa volessero dire impegno, costanza e fatica.
Ludovica Gargari si è diplomata al liceo classico e, lavorando ancora, mossa da una passione per la letteratura, si è iscritta alla facoltà di Filosofia allʼUniversità La Sapienza di Roma.
Ha interrotto perché in un preciso e difficile momento della mia vita (di cui ci parlerà sotto), la cucina, grazie all’incontro con un medico in particolare, è diventata prima di tutto sopravvivenza, cura, poi passione smodata, fame di sapere, studio e infine il suo lavoro a 360 gradi.”Ora sono felice” ammette.
Crediti foto di apertura: Alessandro Peruggi
Ludovica Gargari si è avvicinata alla cucina frequentando due corsi di Alma: il corso base di cucina italiana (che dura 2 mesi) e il corso superiore di cucina italiana. Qui ha avuto la possibilità di mettersi alla prova in contesti che simulano ristoranti e laboratori di diverso tipo. Tra ottobre 2019 e marzo 2020 Ludovica ha avuto l’occasione di fare uno stage al Seta by Antonio Guida al Mandarin Oriental a Milano, dove ho potuto affiancare gli chef sia in cucina nelle varie partite che apprendere i trucchi della pasticceria dei pastry chef Nicola di Lena e Marco Pinna.
Facciamo un salto indietro…
Nel 2019 Ludovica è riuscita a dare un filo conduttore al suo percorso attraverso la pubblicazione del primo libro, “Nient altro che la verità”, uscito il 14 settembre di quell’anno (ancora disponibile in tutte le librerie e negli e-store Mondadori, Feltrinelli, Ibs e Amazon) in cui la sua infanzia, la passione per la scrittura e il cibo trovano finalmente la loro unione.
Che cosa può avere una ragazza di 20 anni di così importante da raccontare?
Inizialmente era il mio diario segreto, attraverso cui riuscivo a dare una forma al mio passato e presente, in tutte le sue sfumature. Con il tempo ho capito che avrei potuto aiutare tutte le persone che, come me, avevano passato dei momenti del genere: volevo abbracciarle con le parole. Sapevo che una parola in più avrebbe potuto fare la differenza. Ho scritto il libro “Nient’altro che la verità” perché ci tenevo a mostrare la parte più vera di me, fragile ma anche forte, un aspetto che sui social e in tv è difficile forse da mostrare.
È una storia complessa, di amore e odio e viceversa. Ma non avrei potuto fare a meno né dell’uno e né dell’altro. Non ho sempre amato cucinare, né vengo da una famiglia di ristoratori.
Il vero punto di svolta, in realtà, è stato quando, a 14 anni, mi fu diagnosticato uno squilibrio dovuto agli zuccheri. Niente di grave ma cominciai a vedere quindi tutto il cibo come dannoso, un nemico. Seguì un periodo di anoressia, da cui sono uscita completamente grazie all’aiuto di una dottoressa che mi fece riscoprire il cibo in chiave amica. E sostituii le regole negative che avevo in testa con regole sane. Il cibo divenne così un alleato pieno di cose da scoprire. Mi ci dedicai completamente anche durante gli studi universitari. Scelsi filosofia subito dopo il liceo perché amavo scrivere e leggere e avevo bisogno di una facoltà che mi permettesse di non frequentare e continuare a lavorare sui set. Quando, però, smisi di recitare capii che la cucina e il cibo rappresentavano il fil rouge della mia vita.
L’arrivo della pandemia
Il periodo dopo lo stage al Seta coincideva con l’inizio della pandemia, che nella sfortuna, per Ludovica è stato motivo e tempo per capire come riuscire a comunicare il valore che il cibo ha per lei, ovvero tramite i social. Amava la cucina del ristorante, pulita, precisa e a dir poco militaresca, ma sentiva venire meno quella parte socievole e comunicativa che la contraddistingue.
“Ora mi descrivo come una “chef digitale” e non come food blogger (senza nulla togliere a quest ultimo titolo) perché la mia intenzione non è solo fotografare o riprendere una ricetta e il piatto finito, ma raccontare tutto quello che c’è dietro, lo studio e la ricerca degli ingredienti. Proprio adesso sto lavorando per riuscire a realizzare e concretizzare questo sogno, nonostante la pandemia abbia reso i rapporti interpersonali più difficili. Continuo a curare il mio canale Instagram sempre di più con l’intenzione di arrivare al cuore delle persone anche attraverso altri mezzi di comunicazione e magari passare anche all’offline. Incrociamo le dita”.