Green pass per i dipendenti di bar e ristoranti
L’ipotesi che sta facendo discutere in queste ultime ore riguarda il certificato verde, il cosiddetto green pass, che verrebbe esteso non solo ai clienti di bar e ristoranti, bensì anche a chi in questi locali ci lavora. Chef, cuochi, camerieri, baristi, responsabili di sala, sommelier, pizzaioli…. sarebbero tutti costretti a fare il vaccino (o ad effettuare un tampone ogni 2 giorni) salvo non siano guariti dal Covid-19 nell’arco degli ultimi 6 mesi.
Il decreto potrebbe arrivare a breve, già nel mese di agosto. A fare pressione è soprattutto il ministro Speranza che teme una nuova ondata nelle prossime settimane, visto l’aumento considerevole dei contagi in questi ultimi giorni. Le restrizioni imposte a chi non ha il pass hanno scatenato una “corsa” al vaccino e questa mossa potrebbe essere d’aiuto nella campagna del governo.
Oltre a controllare la validità della certificazione verde dei propri clienti (con rischio di incombere in pesanti multe), i ristoratori dovrebbero quindi controllare anche i propri dipendenti.
La preoccupazione di Fipe
Quello del green pass obbligatorio per i lavoratori del mondo della ristorazione è “sicuramente è un tema molto delicato, interessante e che merita un approfondimento perché l’obiettivo è sconfiggere la pandemia” sottolinea Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio.
Imporlo subito, però, rischia di creare problemi di gestione: nel periodo di massimo picco c’è già difficoltà a reperire dipendenti. Costringere a casa chi ancora non è in possesso del certificato verde in questo momento sarebbe disastroso.
Con l’introduzione del green pass obbligatorio al ristorante “oltre 3 milioni di famiglie italiane verranno letteralmente spaccate in due. Al momento infatti ci sono circa 4 milioni di giovanissimi tra i 12 e i 19 anni non ancora vaccinati. Non si tratta di no vax ma di persone in attesa del loro turno. Molti di questi ragazzi passeranno le vacanze con i genitori, in larga parte già vaccinati, ma non potranno andare neppure a mangiare una pizza con loro. Questo cortocircuito è dato dalla fretta con la quale si vuole approvare una norma che, così congegnata, non porterà gli effetti attesi” si legge in una nota a nome di Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.