L’importanza del bilancio aziendale per un ristoratore

Emiliano Citi<h3>Qualsiasi attività ristorativa è un’azienda e la prima cosa che deve saper fare un imprenditore è saper leggere il bilancio</h3>

Emiliano Citi

Qualsiasi attività ristorativa è un’azienda e la prima cosa che deve saper fare un imprenditore è saper leggere il bilancio

Se non conosci una cosa o studi per impararla o la deleghi.
In Italia non esiste una scuola per prendere la partita IVA. Esiste per guidare un’auto, per condurre una nave, addirittura per pilotare un drone.
Eppure, per guidare un’azienda non ci sono scuole e non esistono patenti.

Si apre una partita IVA, spesso senza sapere neanche quale sia la migliore forma societaria e ci si affida al commercialista, sperando e pensando che sarà lui a risolvere qualsiasi problema legato alla gestione economica.

Quali sono le conoscenze indispensabili per un imprenditore?

La prima cosa che deve saper fare un imprenditore è leggere un bilancio.
Non dico che debba sapere come redigerlo: per questo esiste il commercialista, ma insieme a lui l’imprenditore deve saperlo costruire, capire come e quali costi imputare, come e quali voci di ricavi costruire e quali sono gli indicatori da tenere sempre sotto controllo.

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I 4 punti fondamentali

Ci sono 4 cose che ogni imprenditore deve fare gestendo la propria azienda:

1) Richiedere al proprio commercialista, entro il 15 di ogni mese, il bilancio provvisorio e progressivo. Questo è fondamentale per tenere sempre sotto controllo gli indicatori necessari per misurare la temperatura economico-finanziaria della propria attività.

2) Redigere sempre un bilancio comparativo, il che significa che abbia una colonna di comparazione con i dati di bilancio dell’anno precedente. Questo è un aspetto strategico, al fine di capire come sta andando l’azienda nel tempo, comparandola con l’anno passato. Ovviamente, ogni situazione storica che nasce (la pandemia è un triste esempio) deve portare a un confronto contestualizzato e attento.

3) Analizzare scrupolosamente gli indicatori di performance economica e quelli di riferimento all’interno di un conto economico, ovvero:

Ricavi delle vendite, che devono essere il più possibile divise tra asporto, delivery e vendita diretta.
Costi delle materie prime: in questo caso, sia le merci per la vendita sia il materiale di consumo, non dovrebbero mai superare il 35% sui ricavi.
Costi del personale: è un dato che indica la capacità produttiva di un’attività. Il 32% è un valore ottimale.
Costi di promozione e di marketing, che comprendono le campagne social, le attività promozionali off-line, gli eventi e ogni attività che ha il fine di promuovere l’azienda.
Non esiste un dato giusto o sbagliato, ma sicuramente investire almeno il 5% dei ricavi nella promozione è una scelta giusta.
Perdita o utile di esercizio, il dato che indica la salute economica dell’azienda.

Si deve sempre tenere in considerazione che è un valore al lordo degli ammortamenti e delle tasse, ma è l’unico dato incontrovertibile: i ricavi devono essere maggiori dei costi.

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4) Non farsi spaventare dallo stato patrimoniale. In Italia sicuramente è tutto molto complesso e poco intuitivo, ma anche in questo caso, come nel conto economico, ci sono 3 indicatori da tenere sempre sotto controllo e da comparare con l’anno precedente e sono:

Disponibilità liquide, cioè tutti i soldi che sono presenti sui i vari conti correnti. Questo è un dato importante che ti fa capire se stai gestendo bene le vendite e la marginalità: in poche parole, più le disponibilità liquide crescono, più la gestione economica e di vendita è sana.
Debiti verso l’erario: sono tutte le imposte, sia correnti come l’IVA, sia pregresse come IRAP e IRPEF.

Devono essere tenuti sempre sotto controllo, perché se da una parte è vero che sono soldi che in quel momento sono nelle disponibilità liquide, tuttavia non sono soldi dell’azienda.
Crediti verso i clienti: nella ristorazione è una voce poco rilevante, ma se il modello di business è impostato per lavorare con le aziende o con la pubblica amministrazione, può capitare che questo indicatore debba essere tenuto sotto controllo.
Diceva Asimov: “Se la conoscenza può creare dei problemi, non è tramite l’ignoranza che possiamo risolverli”.

Qualsiasi attività ristorativa è un’azienda e deve essere gestita con conoscenza e consapevolezza.


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