La parte più settentrionale della costa bretone sulla Manica è caratterizzata da una natura prorompente. Spiagge di sabbia fine, innumerevoli sentieri per passeggiate e trekking a piedi e in bicicletta, speroni rocciosi selvaggi spesso battuti da un forte vento e dai più bei promontori di Bretagna. Attorniato da oltre 400 ettari di lande, vegetazione e brughiera, Cap Fréhel oggi è una delle destinazioni turistiche più frequentate della regione.
A strapiombo sulle acque color smeraldo del canale della Manica, questa punta rocciosa culmina in un maestoso faro costruito negli anni ’50. È alto 103 metri e visitabile se il meteo lo consente. È un polo di attrazione irresistibile per i turisti francesi e internazionali, meta di scampagnate e di gite per tutte le età.
Le falesie di scisto e di arenaria rosa della zona intorno al capo hanno un’altezza di oltre 70 metri sul mare e regalano uno dei più bei panorami della Bretagna.
Questo sito eccezionale dai colori vivaci è anche una riserva ornitologica per proteggere le numerose specie di uccelli nidificanti come il marangone dal ciuffo, il gabbiano reale nordico, la gazza marina e tante altre.
Crediti: Cynthia Beccari
Passeggiata non particolarmente impegnativa ma di un’ora e mezza lungo la costa dal faro in direzione est (oppure più facilmente di una decina di minuti dal parcheggio) conduce, in mezzo a una profusione di ginestre e di erica, al granitico Fort La Latte che risale al XIV secolo nei pressi di Plévenon.
Passato il ponte levatoio a strapiombo sulle rocce, gli appassionati di storia e i bambini saranno incuriositi dalla visita della cappella, del corpo di guardia, del cammino di ronda. Ma soprattutto dell’alto mastio, in cima al quale si gode un panorama da togliere il fiato su gran parte della costa di Smeraldo. Così sono chiamati questi lidi bretoni dal colore inconfondibile del mare mosso da ampie maree atlantiche.
Su Cap Fréhel non ci sono costruzioni, alberghi o ristoranti e chi vi giunge per ammirare la luce della sera e i colori del tramonto deve alloggiare in uno dei paesini vicini. Quelli più raggiungibili e al tempo stesso più pittoreschi per la loro posizione sul mare sono Erquy a ponente e Saint-Cast-Le Guildo a levante.
Ma tra Cap Fréhel e Cap d’Erquy la strada che corre alta sulle falesie scende a livello del mare e incontra le Sables d’Or les Pins, che porta un nome che suona già come una promessa di vacanza. Soprannominata la Deauville bretone, questa spiaggia è nata e si è sviluppata cent’anni fa: proprio a quell’epoca, nel 1925, fu costruito tra i primi l’Hotel de Diane, in stile anglo-bretone perché l’architetto all’epoca strizzava l’occhio alla clientela inglese che ha sempre amato le coste della Bretagna.
Crediti: Cynthia Beccari
La posizione è un atout fondamentale: tre minuti a piedi bastano per arrivare alla grande spiaggia delle sabbie d’oro, attrezzata per una varietà di sport nautici, una delle più belle spiagge di tutta la regione.
Tranquillità e comodità negli ambienti ben ristrutturati di un albergo di categoria quattro stelle, nei saloni del piano terra come nelle 44 stanze alloggiate nei due piani superiori spesso con grandi terrazzi prendisole, si associano al fascino d’epoca e all’atmosfera intima di un’accogliente casa privata.
Le camere sono arredate in stile contemporaneo e mescolano confort, armonia e un raffinato decoro. Dotate di spazi generosi anche negli armadi e caratterizzate da colori dai toni caldi e naturali sono adatte per viaggi d’affari o di vacanza, anche per lunghe permanenze.
Certificata ecolabel europeo, la struttura ricicla i rifiuti, privilegia prodotti detergenti verdi e utilizza energie rinnovabili.
Un altro punto di forza è la gastronomia. Il ristorante si chiama “Le 1925”, come l’anno di fondazione, e offre delizie gastronomiche che mettono in primo piano i sapori della regione tra mare e terra con prodotti freschi di stagione a chilometro zero, insaporiti dalle spezie del proprio orto e reinventati dalla creatività dello chef, insignito del titolo di «Maître Restaurateur».
I due menù ”Acacias” e “1925” si compongono in maniera simpatica con codici colore da una carta di poche portate, ma di tanto contenuto. Ostriche di Fréhel, uno spettacolare piatto di frutti di mare e capesante di Erquy, tartara di tonno al cocco con agrumi, un goloso fois gras tipicamente francese o un fresco gazpacho come antipasti, seguiti da un piatto di pesce di mare a seconda degli arrivi, cucinato in padella con patate e una salsina di vaniglia e funghi shitake, originari dell’Asia Orientale, il classico filetto di manzo, il risotto alla crema di cocco e legumi, il filetto d’anatra con carote.
Crediti: Cynthia Beccari
Per finire in bellezza, un tris di formaggi bretoni che varia di giorno in giorno, sorbetto di limone verde, una ganache di cioccolato e caramello con crema chantilly, gli agrumi con meringa e i sorbetti fatti in casa. Il ristorante è spesso frequentato anche da una clientela locale e propone due menù scoperta d’eccezione, serviti per tutti i commensali del tavolo. Il “Cinque atti” a sorpresa secondo l’ispirazione della brigata di cucina e l’”Aragosta” in quattro atti, a seconda degli arrivi e della disponibilità.
Per entrambi è possibile anche abbinare 4 bicchieri di vini scelti dal sommelier.
Anche la lista dei vini è insolitamente corta ma ben caratterizzata: sono tutti vini francesi, provenienti da Borgogna, Loira, Rodano, Bordeaux, Alsazia e Linguadoca, bianchi e rossi, con qualche concessione ai rosati che oltralpe sono più popolari che in Italia e, tra questi, un insolito vino rosato della Corsica.
Un bell’angolo bar all’aperto o all’interno in saloni luminosi arredati con caminetto, divani e comode poltrone, wifi gratuito, ricarica per auto elettriche, navetta privata, biciclette a disposizione, un ampio parcheggio gratuito completano i servizi offerti.
Crediti: Cynthia Beccari