I ristoranti sono molto più che un luogo dove consumare del cibo allo scopo di soddisfare uno dei bisogni primari dell’uomo. Rappresentano veri e propri capisaldi della cultura e delle comunità. Oggi andare al ristorante è un’esperienza altamente emotiva.
Alla luce anche delle difficoltà che l’intero settore ha attraversato nell’ultimo anno e mezzo, individuare e definire i termini di quello che sarà il rapporto consumatore-ristorante non è semplice. Viene, dunque, spontaneo chiedersi come possono i ristoranti incoraggiare i propri ospiti a creare nuove e positive associazioni con l’esperienza della ristorazione?
Un’idea potrebbe essere il nudging. La teoria dei nudge, opera dell’economista comportamentale e premio Nobel Richard Thaler, consiste nel guidare un consumatore verso una decisione che già rientra nel suo ordine di idee.
L’economia comportamentale combina i principi della psicologia e dell’economia per spiegare il comportamento umano e quindi influenzarlo. Nel contesto dei ristoranti, essa si identifica con l’arte e la scienza del menu e del design dello spazio i quali aiutano a orientare le scelte degli ospiti.
In termini un po’ più semplici, sfruttare il nudge marketing vuol dire dare una “spintarella” ai propri prodotti e servizi, “spingere” dolcemente gli utenti a compiere scelte migliori senza ricorrere a incentivi economici né tantomeno limitare la libertà di scelta del consumatore.
Il punto, ora, è capire in che modo un ristorante può fornire questi suggerimenti, evitando di azionare le leve tradizionali del marketing (promozioni, offerte, buoni sconto ecc.).
In primo luogo, bisogna sapere che il nostro cervello potrebbe essere allertato dalla presenza di prodotti più sani, magari posizionati nel punto che garantisce la migliore visibilità (su uno scaffale potrebbe essere all’altezza degli occhi mentre nei menù potrebbe essere la parte centrale).
Se, ad esempio, facessero parte del tuo menù prodotti a km 0 e dall’impatto positivo sulla salute umana, dovresti evidenziarlo. La diffusione e la comunicazione delle giuste informazioni possono pesare enormemente sulle scelte del pubblico. Una faccina sorridente accanto ad una voce del menù che caratterizza un prodotto di qualità può “spingere” un utente magari già di per sé attento alla propria alimentazione a preferire quella pietanza rispetto ad un’altra meno salutare.
Oggi più che mai, i consumatori utilizzano i social media prima di decidere cosa mangiare. Utilizza queste piattaforme per mostrare ai tuoi clienti i cibi che amano di più. Durante i mesi più duri della pandemia, le tendenze alimentari condivise sui social media hanno rappresentato un mezzo di connessione tra le persone.
Dovresti, dunque, sfruttare i trend emergenti legati all’alimentazione, in un periodo storico in cui il coinvolgimento emotivo tra utenti e cibo ha raggiunto livelli record.
Dimostra che ti impegni non solo a fare la tua parte per proteggere la salute e la sicurezza di ospiti e dipendenti, ma anche a far sentire l’ospite ascoltato. Il feedback dei consumatori è fondamentale in questo momento per garantire che l’ospite si senta a proprio agio, sempre e comunque.
Mentre la “nuova normalità” presenta la sua giusta dose di sfide, per i ristoratori questa è anche un’opportunità per coinvolgere nuovamente i consumatori. Spingi i tuoi clienti a formare nuovi legami con l’esperienza culinaria, fallo sfruttando “punti di contatto” innovativi, portando le tendenze e i prodotti migliori in primo piano o ascoltando e rispondendo alle esigenze del pubblico.