Ha aperto da pochi mesi Ca’ di Dio, la quarta proposta che si aggiunge alla collezione VRetreats: un progetto avviato nel 2019, portato avanti senza alcun rallentamento nonostante le complessità degli anni di pandemia, come è testimoniato da Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato del gruppo Alpitour.
VRetreats sbarca a Venezia
Nel sestiere Castello si allunga in prosecuzione di Riva degli Schiavoni a pochi minuti a piedi dal Palazzo Ducale: qui sorge Ca’ di Dio, la continuazione di una lunga tradizione di ospitalità che affonda le radici fin nel 1200 e la reinvenzione di rifugio per pellegrini e donne in difficoltà che, dopo cinquecento anni dall’intervento di Jacopo Sansovino, si è trasformato oggi, per mano di Patricia Urquiola – architetto e interior designer di caratura internazionale in un lussuoso hotel, indirizzo di stile ed eleganza a cinque stelle associato al catalogo degli Small Luxury Hotels.
Nuance sobrie e tenui, con gradazioni e trasparenze leggere ricordano i il tremolio e i riflessi dell’acqua poco mossa della laguna. Ambienti raccolti ed elementi di design si accostano a linee preesistenti, valorizzandole senza stravolgerle anche perché protette dalle Belle Arti: un’armonica unione tra il rigore della struttura conventuale originale e la raffinatezza dei palazzi nobiliari.
All’esterno non si nota quasi nulla, un edificio pulito, senza insegne. Si entra da riva Ca’ di Dio e ci si trova in una vasta sala rettangolare che era la navata della chiesa, uno degli ambienti più rappresentativi dell’intero albergo: il senso dell’accoglienza si percepisce fin dall’ingresso dove si è colpiti dal soffitto a doppia altezzae da un lampadario in vetro di Murano i cui cristalli danno vita a tre vele appese al soffitto. Gli spazi attigui sono la sala di lettura, il bar Alchemia e le due sale ristoranti dell’hotel, Essentia e Vero. Tessuti, vetri, pietre e marmi lavorati nel rispetto delle tradizioni delle maestranze locali creano l’atmosfera di casa veneziana.
Il piano terra si snoda intorno a tre giardini, oasi di pace per godere l’intimità dell’hotel. Sui tre piani si trovano 66 camere, 9 deluxe e 57 suite, di cui due al piano più alto dotate di splendide altane veneziane private: la maggior parte delle camere affacciano sulla laguna, con vista sull’isola di San Giorgioe sul Rio Ca’ di Dio. Boiserie tessili e cornici in legno riquadrano le finestre, le lampade sono disegnate su misura e soffiate dai maestri dell’arte vetraia.
Arredi fini e piatti gourmet sono solo alcune delle caratteristiche di VRetreats
La sala ristorante più interna è riservata alle prime colazioni, a meeting e a banchetti. Il ristorante Vero porta un nome con molti significati: oltre alla genuinità della proposta gastronomica locale, il nome è acronimo di Venetian Roots, radici veneziane, ma ha anche un significato dialettale che significa vetro; piatti gourmet, con ingredienti locali e prodotti dell’orto interno, oltre a un’attenta selezione di vini di provenienza del circondario: vini bianchi del Veneto, ribolla, malvasia e sauvignon del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, vini del Trentino Alto Adige tra cui schiava, teroldego e lagrein. In lista anche birre di un piccolo birrificio artigianale veneziano.
Lo Chef Squeo alla guida del ristorante dell’Hotel
Pane e dolci sono fatti in casa dalla brigata di cucina diretta dallo chef Raimondo Squeo, pugliese trapiantato a Venezia, che propone una scelta tra antipasti cotto e crudo di storione candito al profumo di limone e caviale affumicato con spuma di guanciale nostrano e misticanze; anguilla croccante, passatina di fagioli al profumo di pompelmo, riduzione affumicata; carpaccio di manzo regina del Montello, granceola e puntarella…
Tra i primi piatti si possono scegliere i tagliolini al nero di seppia con ragù di cicale di mare, crema di cavolfiore, olio alla vaniglia; il risotto vialone nano, fondente di cipolla, tuorlo, Asiago stravecchio, petto di gallina nostrana affumicato; ravioli al cacao ripieni di zucca, mostarda veneta, brodetto di porro e aceto balsamico, solo per citarne alcuni.
I secondi spaziano dal pesce alla carne: delicato d’astice con burrata e verdure; ombrina al vapore con pane alle alghe, riduzione di pomodori secchi, broccolo e guazzetto di pesce. Carne filetto di manzo con patate, radicchio e salsa alla senape, pancetta. Costine confit di maialino nostrano da latte cotto lentamente, con carote, cavolo nero e salsa al cumino.
C’è anche una lista di piatti vegani tra cui spunta un dessert di panna cotta con latte di mandorle e salsa ai frutti rossi. La lista dei dessert si amplia con creme brûlée, gelato alla liquirizia, bavarese al caramello, biscotto salato alle arachidi, panna affumicata, cialda croccante, crespelle, mele caramellate, gelato alla vaniglia e un Vero Tiramisù che gioca sul nome del ristorante ma anche sull’aggettivo, perché è noto che l’ormai questa icona della cucina italiana nel mondo è in realtà un dolce di origine venete.
La direzione
L’albergo è diretto da Christophe Mercier, francese originario della Savoia, ma innamorato di Venezia come i locali. Chiamato fin dal 2019 a preparare l’apertura che finalmente è arrivata nel 2021. Il suo amore per la città è fatto non solo da molte esperienze di hotellerie, ma anche da conoscenza e studio: “Ca’ di Dio è davvero una porta sulla bellezza e in costante dialogo con una delle città più belle del mondo.”
Vretreats Ca’ di Dio
Riva Ca’ di Dio 2181, Venezia(VE)
Tel. 041 0980238
Email cadidio@vretrats.com
cadidio.com
Foto di Cynthia Beccari