La cucina italiana candidata a Patrimonio Immateriale dell’Umanità

Si è tenuta qualche giorno fa la conferenza stampa del Governo per annunciare ufficialmente la candidatura de “La cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale” a Patrimonio Immateriale dell’Umanità per il 2023. La candidatura è stata approvata all’unanimità dal Consiglio direttivo della Commissione Italiana per l’UNESCO. Ha ottenuto per la prima volta il sostegno del Ministero della Cultura e del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. 

La candidatura a Patrimonio Immateriale dell’Umanità appoggiata dal Governo

La cucina italiana viene definita come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano. Ovunque, in Italia – si legge nella nota Unesco – cucinare è un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici o degli avventori. È il frutto di un continuo gioco di connessioni e scambi che dalle precedenti generazioni arriva alle nuove. È anche una manifestazione quotidiana di creatività che rimanda al “buon vivere” italiano per il quale, nel mondo, siamo apprezzati e talvolta invidiati.

Patrimonio Immateriale dell’Umanità

L’associazione Collegio Culinario dirige i lavori

Alla direzione del progetto, tra le comunità promotrici dell’iniziativa, l’associazione Collegio Culinario che ha riunito intellettuali, praticanti della cucina italiana, esponenti accademici e istituzionali, accumunati dall’obiettivo di preservare e trasmettere alle nuove generazioni la creatività e la ricchezza della cultura alimentare del nostro Paese. A capo dell’associazione, nonché in prima linea per questa candidatura, Silvia Sassone, CEO & Founder di Spoongroup, che dimostra ancora una volta la forte expertise nel mondo della comunicazione e della consulenza strategica specie nel settore enogastronomico.

Oltre al Collegio Culinario, spiccano tra i promotori della candidatura: La Cucina Italiana, il prestigioso magazine nato nel 1929; Casa Artusi, centro di cultura gastronomica che raccoglie l’eredità di Pellegrino Artusi sulla cucina di casa italiana; e Accademia italiana della Cucina, riconosciuta quale Istituzione culturale della Repubblica dal Ministero della Cultura.

Un cammino vincente

Le dichiarazioni dei Ministri, presenti in conferenza stampa, fanno eco al grande prestigio di questa iniziativa. Iniziativa che rappresenta un elemento caratterizzante del nostro Made in Italy, nonché uno strumento di salvaguardia della nostra identità. Afferma infatti il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi: “Inizia oggi un cammino che ci auguriamo ci porti a vincere”, in quanto “intorno alla cucina italiana ci sono tanti valori portanti per la nostra identità nazionale”.
 
Patrimonio Immateriale dell’Umanità
 
Un’identità nazionale diffusa in tutto il Paese, ma non solo. Inizia infatti una partita che vede scendere in campo 140 milioni di italiani nel mondo. Si auspica una partecipazione collettiva, come collettivo è stato lo sforzo per presentare questa candidatura congiunta. Il Ministro del MASAF Francesco Lollobrigida è convinto nel supporto del suo Ministero: la cucina italiana non ha uguali nel mondo. Gli fa eco il Ministro della Cultura Sangiuliano: “Cucina italiana significa promuovere un’idea di qualità della vita grazie alle nostre eccellenze alimentari”.

Entro fine 2025 il responso sull’entrata della cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità 

La candidatura a Patrimonio Unesco della Cucina Italiana verrà trasmessa dal ministero degli Esteri all’Unesco ed inizierà l’iter di valutazione che dovrebbe concludersi nel dicembre 2025
 
Questo traguardo valorizza la stretta relazione tra cultura e cibo. Viene ormai percepito dalla comunità mondiale non solo come prodotto ma come fenomeno culturale e rappresentativo di uno stile di vita, di un modo di essere. Un mosaico di tradizioni che riflette la nostra biodiversità culturale. E da oggi può ambire a trovare il giusto spazio e la più consona risonanza grazie alla candidatura.

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