Nel 2019, l’agroalimentare si è dimostrato un comparto economico fondamentale in Italia. Questo settore guarda al 2020 con una prospettiva più che positiva. Anche per quanto riguarda l’export ci sono rosee aspettative.
L’agroalimentare cresce
Sulla base di dati stilati da Filiera Italia, sappiamo che in Italia il settore agroalimentare cresce e da traino, a differenza di altri settori, come quello manifatturiero e in un panorama italiano sempre più in stallo e in un contesto internazionale molto complesso dal punti di vista commerciale. In un panorama fatto di incertezza per quanto riguarda gli investimenti, il settore agroalimentare è riuscito invece ad ottenere risultati positivi.
Crescita record per l’export
L’export dell’agroalimentare ha vissuto la crescita record del +6,9% (nel 2018, aveva realizzato un +3,4%) che, considerando anche il resto del settore manifatturiero nazionale – il quale ha realizzato un +2,7% – diventa un dato ancora più significativo.
Considerando inoltre, anche il business di 1,4 miliardi di euro prodotto dal settore agriturismo in Italia, si può pensare dunque anche ad una multifunzionalità del settore agroalimentare e spiegherebbe anche come quest’ultimo non risentirebbe neppure dell’incertezze che spesso caratterizza l’agricoltura.
L’agroalimentare perciò comprende le attività di diversificazione, supporto e anche quelle secondarie che vanno a rappresentare degli elementi rilevanti nella produzione agricola italiana: il loro valore è di quasi 11,5 miliardi di euro del 2018, rappresentando rispettivamente il 20,6% del valore della produzione agricola complessiva.
Inoltre, le attività multifunzionali di un’azienda agricola sono in linea con i principi della sostenibilità e un altro importante dato è che il contoterzismo rappresenta quasi l’80% delle attività di supporto e dalla prima lavorazione dei prodotti agricoli. Invece, le attività secondarie, sono costituite da un buon 30% di produzione di energia rinnovabile.
Quanto vale l’agroalimentare?
L’agroalimentare vale 205 miliardi, corrisponde al 12% del Pil e rappresenta il Made in Italy all’estero. Per citare altri dati, basti pensare che gli addetti ammontano a 1,3 milioni e che le esportazioni contano ben 41,8 miliardi di euro (con un incremento del 47,8% dal 2008).
Ma la qualità dell’agroalimentare italiano non sta solo in numeri trasmessi sotto forma di dati che mostrano un settore in decisa controtendenza che cresce più e megliodegli altri e che in poco tempo è stato capace di diventare un traino per l’economia italiana. A fare la differenza è proprio il modello che oggi la produzione agricola nazionale e la parte migliore dell’industria alimentare condividono a pieno e difendono. Va proprio nel senso di promuovere e valorizzare un modello di sviluppo unico e distintivo ed una strategia unitaria di internazionalizzazione la partnership tra Filiera Italia e Fiere di Milano che punta a sostenere Milano come porta del cibo italiano verso il mondo.