Antonino Ferreri, classe 1989, per gli amici Nino, giovane chef nato a Trabia, in provincia di Palermo, matura la sua passione per la cucina in adolescenza grazie anche ad una famiglia attenta alla grande tradizione siciliana, un luogo dove si riscopre ogni giorno il gusto di vivere il cibo come esperienza condivisa. Se l’amore per la buona tavola è un valore familiare a casa Ferreri, il giovane Nino prende subito consapevolezza della sua passione per la cucina, fino a farla divenire una professione.
I primi passi nel mondo della ristorazione
Da qui inizia un percorso professionale in importanti ristoranti italiani ed esteri dove, oltre a imparare la tecnica, accresce la propria anima gourmet, toccando con mano la straordinaria varietà delle materie prime, la biodiversità oltre che la grande tradizione regionale italiana e d’oltralpe.
Nelle cucine de I Frati Rossi Ristorante di Porto Cervo, infatti, Ferreri muove i primi passi tra i fornelli trasformando una passione in un mestiere: lavora la materia prima, ne apprezza varietà e freschezza, studia e approfondisce peculiarità e versatilità di ogni prodotto. A scandire la prima parte della sua carriera professionale sono le tappe in Belgio e poi a Milano Marittima, nelle cucine del Palace Hotel a fianco degli chef Mario Beccari e Roberto Scarpelli, dove incontra colui che tutt’ora reputa il suo grande mentore, Felix Lo Basso. Il suo percorso continua e lo conduce in Val Gardena, a Milano e poi in Svizzera.
Proprio a Selva in Val Gardena a fianco di Felix Lo Basso ricopre tutte le posizioni in brigata, da commis alle colazioni a capo partita presso l’Hotel Alpenroyal, dove rimane entusiasta ed impegnato per sei stagioni.
Antonino Ferreri e l’influenza della cucina francese
Dopo questa esperienza, Antonino Ferreri è stato attratto dalla cucina francese e ha lavorato per due anni al ristorante stellato La Table d’Adrien a Verbier, in Svizzera. Quest’esperienza ha influenzato profondamente il suo approccio culinario, combinando basi francesi con influenze italiane. Tuttavia, il suo mentore Felix lo richiama a Milano per assumere il ruolo di sous chef al ristorante Unico e a soli 25 anni, il giovane di Trabia diventa il braccio destro dello chef di un rinomato ristorante stellato a Milano durante l’Expo 2015.
In questa brigata di giovani talentuosi, sviluppa una filosofia culinaria personale, fondata sull’esperienza condivisa e la crescita professionale.
I quattro intensi anni tra il 2015 e il 2019 sono stati di sacrifici e soddisfazioni, plasmando il suo percorso sia umano che culinario. Successivamente, ritorna in Sicilia come Executive Chef dell’Hotel Villa Athena ad Agrigento. Qui, la sua cucina si basa sulla qualità e sulla valorizzazione delle materie prime, incarnando una cucina contemporanea che abbraccia la tradizione, il territorio, la tecnica e il talento. Aprire un ristorante non è un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio, una nuova vita che oggi vede il giovane Nino Ferreri impegnato non solo come cuoco ma anche come imprenditore.
Il ristorante LIMU a Bagheria
Il ristorante progettato e realizzato in uno dei luoghi storici più affascinanti della città di Bagheria, a pochi metri dall’ Arco della Santissima Trinità o Arco del Padre Eterno, recupera il fascino della Torre Ferrante, risalente al 1565, e una delle sette che nel ‘500 servivano a difendere il territorio cittadino. A renderlo un luogo speciale oltre che la storia è la presenza del tufo di aspra tipico dell’edificio storico che si sposa perfettamente con il concept elegante e sobrio degli arredi voluto dallo chef.
Il nome, LIMU, è stato scelto sia come frutto per eccellenza della trinacria nonché uno degli alimenti più amati dallo chef stesso. Passione, professionalità ed entusiasmo sono le doti che meglio rappresentano il nuovo team di questo progetto di ristorazione. La sala e la cantina sono invece il dominio di Giandomenico Gambino, classe 1990, con un curriculum di esperienze nel settore della ristorazione stellata milanese e degli eventi in Sicilia. Ad accogliere i clienti un oste d’eccezione la padrona di casa oltre che moglie di Antonino, Maria Grazia.
La filosofia alla base di LIMU
Fresca, concreta e rispettosa della materia prima. Una cucina sobria sia come numero di ingredienti sia nella tecnica di lavorazione dei prodotti selezionati. Uno stile essenziale ma ricco di contenuti dove le materie prime vengono lavorate e i piatti progettati rispettando la massima capacità di espressione del gusto dei singoli ingredienti, e se ciò significa essere poco innovativi non è importante: l’obiettivo unico della cucina dello chef Ferreri è esaltare il meglio che la natura offre. Questa è la vera anima di Limu, che per i piatti s’ispira alla Sicilia, terra fertile e generosa e che nella realizzazione ricerca l’estrazione del “gusto vero”.
L’ispirazione dello chef Antonino Ferreri
“L’ispirazione nasce da frammenti di vita vissuta, da luoghi che ci fanno emozionare e da ricordi rimasti indelebili nella memoria”. Il menù, rigorosamente stagionale, viene cambiato ogni due mesi, fatta eccezione per alcuni piatti signature che ruotano in carta in base ai periodi ma si ripetono, come le Reginette al ragù di moscardino e spuma di ricotta, lo Sgombro in crosta di sale nero, la Zucca in agrodolce, salsa vino bianco e rosmarino e la Capra girgentana tra i dessert. La carta propone piatti a base di prodotti locali con una forte attenzione alla selezione di piccoli fornitori artigianali e alla provenienza degli stessi da filiere controllate e sostenibili.
Il pesce di Porticello o di Aspra, le verdure degli orti dei piccoli agricoltori di Bagheria, la cacciagione delle Madonie o i latticini delle colline intorno a Palermo.
Tre sono i Menù Degustazione di 5, 7 e 9 portate, con una proposta a la carte divisa tra 4 antipasti, 4 primi, 4 secondi e 4 dessert. La carta dei vini presenta una selezione di etichette siciliane oltre che una proposta di vini nazionali ed esteri sempre in divenire grazie ad un lavoro attento sulla cantina.