Bistecca è bistecca, anche se vegetale: la Corte UE smentisce il ministro Lollobrigida

Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura italiano, ha subito un’altra battuta d’arresto nella sua lotta contro il cosiddetto meat sounding – l’uso di termini come “bistecca”, “salsiccia” e “hamburger” per prodotti a base vegetale.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che tali denominazioni possono essere utilizzate anche per cibi non derivanti dalla carne, purché sia garantita chiarezza nell’indicazione degli ingredienti. Questa sentenza smentisce l’approccio restrittivo del ministro, che aveva tentato di vietare l’uso di termini legati alla carne per proteggere il settore agroalimentare tradizionale italiano.

Bistecca vegetale

Lollobrigida contro il “fake food”: una battaglia che non decolla

La presa di posizione di Lollobrigida contro l’uso di nomi di carne per prodotti vegetali non è nuova. Da tempo il ministro porta avanti una dura campagna contro quella che definisce carne sintetica, riferendosi alla carne coltivata in laboratorio, e più in generale contro l’utilizzo di denominazioni tradizionali per alimenti che non provengono da fonti animali. Tuttavia, il suo tentativo di regolamentare e vietare il “meat sounding” ha incontrato ostacoli sia a livello nazionale che europeo.

Nonostante la sua alleanza con la Francia, che inizialmente condivideva la battaglia contro il “meat sounding”, Lollobrigida non è riuscito a ottenere il sostegno necessario all’interno dell’Unione Europea. Già nel 2020 il Parlamento Europeo aveva respinto una proposta simile, e anche la Francia, nel 2022, aveva abbandonato l’idea di un divieto stringente a causa delle difficoltà tecniche e logistiche per le aziende di adeguarsi rapidamente alle nuove normative.

La sentenza UE sulla bistecca vegetale e il futuro del mercato

La decisione della Corte UE riflette un cambiamento culturale e di mercato. L’industria dei prodotti vegetali sta crescendo a ritmi significativi, con un valore che in Italia ha raggiunto i 640 milioni di euro a settembre 2024, registrando un incremento del 16% negli ultimi tre anni. Questo trend dimostra che i consumatori stanno sempre più abbracciando alternative vegetali, anche se chiamate con termini tradizionalmente legati alla carne.

Bistecca vegetale

L’UE, con la sua sentenza, non solo ha dato priorità alla chiarezza e alla trasparenza per i consumatori, ma ha anche dimostrato di voler sostenere un mercato in forte crescita, evitando barriere linguistiche o terminologiche che potrebbero ostacolarne lo sviluppo. Dopotutto, come sottolineano molti produttori di alimenti vegetali, ciò che conta è che l’etichetta sia chiara su cosa contiene il prodotto, indipendentemente dal nome.

Il malcontento di Lollobrigida e i riflessi sul governo

Questa sentenza rappresenta una sconfitta significativa per Lollobrigida e per il governo Meloni, che aveva sostenuto la sua linea protezionista in difesa del Made in Italy. Nonostante l’insistenza del ministro e le sue dichiarazioni sulla necessità di tutelare i produttori italiani da quello che definisce fake food, la decisione europea smentisce chiaramente tale approccio.

All’interno del governo, questa sconfitta potrebbe creare ulteriori tensioni, considerando che la linea ideologica di Lollobrigida, pur forte a livello retorico, non ha finora portato a grandi successi concreti. Il DDL contro il “meat sounding”, ora ufficialmente smentito dall’UE, rischia di trasformarsi in un fallimento politico, mentre il settore vegetale continua a crescere, sia in Italia che in Europa.

Bistecca vegetale

La direzione del mercato 

Mentre il ministro Lollobrigida si trova a fronteggiare l’ennesima smentita, il mercato alimentare sembra ormai andare in una direzione ben precisa: verso una maggiore inclusione delle alternative vegetali, anche nel linguaggio. La battaglia ideologica contro la nomenclatura, sebbene apprezzata da alcune frange conservatrici e da associazioni come Coldiretti, si sta rivelando un’arma a doppio taglio, in un contesto dove l’innovazione e la sostenibilità sono sempre più centrali.

Con la crescita del comparto vegetale e la sentenza dell’UE che rafforza la libertà di utilizzo dei termini legati alla carne, il futuro potrebbe vedere sempre più “bistecche” e “hamburger” a base vegetale sugli scaffali, indipendentemente dal disappunto politico.


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