Bonci apre a Chicago
Il 15 agosto 2017 Gabriele Bonci ha aperto la sua prima pizzeria in America. Oggi, a pochi mesi di distanza, si è apprestato a concedere il bis. I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Si tratta di un successo! Ogni giorno entrano ed escono dal locale migliaia di clienti; qui la sua pizza piace e, i risultati eccellenti eccellenti, hanno messo il piede sull’acceleratore per la seconda apertura in città, a Milwaukee, avvenuta pochi giorni fa.
Nel frattempo Eater Chicago ha aggiornato la sua classifica con i 38 migliori locali in cui è possibile godersi la pausa pranzo in città. Ciclicamente la classifica viene aggiornata con i migliori locali: escono quelli che non mantengono alto il livello di attenzione al cliente e vengono inseriti i nuovi locali (dopo almeno sei mesi di attività).
La new entry più attesa della primavera 2018 è la prima location americana della famosa pizzeria in teglia alla romana del Maestro Gabriele Bonci, seguito da Proxy, Dolo Restaurant and Bar, Schwa, The Purple Pig e MingHin.
Le novità non finiscono qui…
Chicago al momento è l’unica città in America dove è possibile provare, in due diverse location, la rinomata pizza in teglia del Maestro romano. C’è però una buona notizia. Seguirà una terza apertura a novembre a Miami! I pizza lovers americani o i turisti di passaggio possono dunque recarsi nel West Loop (e ora anche a Wicker Park) per assaporare la vera pizza della Capitale, creata con impasti leggeri e farciture gourmet. La pizza viene divisa in tranci con le forbici direttamente dietro al bancone, su richiesta dei clienti, e viene venduta a peso.
Farciture sempre diverse
Le uniche combinazioni di ingredienti per le farciture cambiano ogni giorno, mixando ingredienti locali con prodotti Italiani. Se siete di passaggio a Chicago passate a trovare Gabriele! Assaggiate le sue pizze… e se volete completare il vostro menù, da Bonci potete ordinare anche polpette di riso fritto, dolci, birra e vino (ma preparatevi ad una lunga attesa, la pizza italiana a Chicago piace da impazzire!).
Crediti: Irene Mattacchione
