Di birra ce n’è per tutti i gusti, come le preferenze degli italiani che, infatti, spaziano tra le varie caratteristiche, in particolare quando si parla di gusto. Il 52% degli intervistati lo preferisce leggero, soprattutto le donne (56%) e i giovani nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni (60%). Il restante 48% predilige, invece, un gusto intenso. Gli italiani amano un sacco la birra, lo abbiamo ribadito più volte… ma quali sono le migliori birre secondo i Beer Lover? Vediamo le caratteristiche imprescindibili che devono avere!
Sostenibilità e sicurezza alimentare: la chiave di una buona birra
Continua a crescere l’interesse degli italiani per la sostenibilità, a tutto tondo. Un’attenzione che non può mancare anche nei confronti della birra. Secondo il parere degli intervistati da BVA Doxa, infatti, il processo produttivo avviene in modo controllato e sicuro, attraverso l’impiego di materie prime di alta qualità e nel rispetto della tradizione di ciascuna tipologia di birra.
Parola alla filiera
Una fiducia importante quella degli italiani verso la birra che mette la firma sull’impegno costante, da monte a valle, in ogni fase di produzione, a partire dalla coltivazione dell’orzo: una filiera che genera un valore compreso tra i 240 e i 270 milioni di euro e coinvolge tra le 32 e le 35 mila aziende agricole in tutto il Paese ed è dunque un asset strategico per l’agricoltura italiana che deve essere oggi più che mai valorizzato e tutelato attraverso misure che ne incentivino la produzione.
Lo ha confermato Francesco Postorino, direttore generale di Confagricoltura. Ospite del CIB, ha dichiarato: “Le prospettive di sviluppo della filiera dell’orzo da birra sono positive, e le saranno ancor di più, se si riuscirà a strutturare delle filiere anche a declinazione geografica ben definita. L’orzo può essere una coltura molto interessante e da reddito nelle aree interne, senza entrare necessariamente in competizione con altri cereali, in particolare quello duro e quello tenero. Il bilancio di autosufficienza registra una crescita rilevante dal 60 al 70% negli ultimi 10 anni”.
Con lo sguardo a questi (e ai prossimi) mesi, in chiave di ripartenza, Postorino ha ricordato l’importanza di ragionare in ottica di filiera e di sviluppare interconnessioni settoriali e intersettoriali. “Sicuramente – ha aggiunto – andrebbe sviluppato un percorso mirato di valorizzazione delle filiere, ancor meglio se localizzato geograficamente. Si potrebbe utilizzare un supporto economico finalizzato alla realizzazione di contratti di filiera tra produttori di orzo, birrifici e malterie. Ma anche specifiche misure nei singoli piani di sviluppo rurale delle Regioni. A partire da queste si potrebbero poi individuare le singole realtà più competitive e definire modalità di sostegno di progettualità di distretto agroindustriale vero e proprio”.
In linea, infine, con quanto emerso dalla ricerca di BVA Doxa per AssoBirra, che evidenzia un’attenzione particolare degli italiani verso l’origine degli ingredienti e le produzioni locali, il direttore generale di Confagricoltura auspica una connessione tra la produzione birraria e quella agricola che vede come una preziosa opportunità di mercato “a condizione – ha aggiunto – che agli imprenditori agricoli venga riconosciuta una parte del valore aggiunto creato dalla provenienza nazionale delle materie prime”.
Assobirra
Concorda AssoBirra che, come sostenuto da sempre, ritiene importante ragionare in ottica di filiera.
“Come AssoBirra da tempo abbiamo instaurato un dialogo proattivo con tutti i player perché siamo convinti che, in un momento come quello attuale che vede il Paese alle prese con la gestione dell’uscita da un’emergenza sociale ed economica senza precedenti, diventi imprescindibile mettere a punto le azioni di sistema che consentano di promuovere e valorizzare le filiere, per non correre il rischio di disperdere l’enorme patrimonio costruito insieme negli anni” – conclude Andrea Bagnolini.