Hong Kong ha appena segnato una nuova tappa nella rivoluzione alimentare globale diventando il terzo mercato al mondo dove i consumatori possono acquistare e gustare carne coltivata. Protagonista di questo traguardo è Vow, un’azienda australiana che ha ottenuto il semaforo verde dalle autorità locali per la distribuzione del suo “Forged Gras”, una versione coltivata del celebre e controverso foie gras.
Un foie gras senza crudeltà
Il foie gras, noto per essere un prodotto pregiato ma altamente controverso, è stato per decenni oggetto di dibattiti sul benessere animale. La produzione tradizionale si basa infatti sull’alimentazione forzata di anatre e oche per far ingrossare il loro fegato fino a dieci volte la dimensione normale, una pratica considerata da molti come una crudele violazione dei diritti degli animali.
La versione coltivata del foie gras promette invece di eliminare completamente la sofferenza animale, proponendo un’alternativa etica che non compromette gusto e qualità. Disponibile per ora in esclusivi locali come il The Aubrey, un raffinato bar izakaya al Mandarin Oriental di Hong Kong, questa prelibatezza rappresenta un passo avanti significativo verso un futuro più sostenibile. Ma a un prezzo: circa 47 euro per porzione.
L’Asia accelera sulla carne coltivata, l’Italia frena
Non è un caso che Vow abbia scelto Hong Kong dopo il debutto a Singapore, il primo Paese al mondo ad approvare la vendita di carne coltivata. L’Asia si sta dimostrando il continente più aperto e lungimirante nell’abbracciare questa nuova tecnologia alimentare, con la Cina che potrebbe essere la prossima frontiera. In Europa, invece, e in particolare in Italia, il clima è ben diverso.
In Italia, il governo guidato da Giorgia Meloni ha adottato una posizione ostile nei confronti della carne coltivata, liquidandola come “cibo sintetico” – una terminologia che tradisce un’intenzione più propagandistica che scientifica. L’approccio ideologico del nostro Paese sembra ignorare le potenzialità di questa innovazione per il settore agroalimentare, un ambito in cui il Made in Italy eccelle e che potrebbe beneficiare enormemente dall’integrazione di tecnologie sostenibili.
Un’opportunità mancata per il Made in Italy
Mentre Paesi come Belgio, Svizzera e Regno Unito introducono limitazioni o divieti alla produzione di foie gras tradizionale, in linea con una crescente sensibilità verso il benessere animale, l’Italia rimane ferma sulle sue posizioni. Invece di considerare la carne coltivata un’opportunità per guidare una filiera di eccellenza, la politica italiana sembra preferire il conflitto ideologico, impedendo così lo sviluppo di un settore che altrove sta fiorendo.
Il futuro è già qui, ma non per tutti (e neanche per la Carne coltivata)
La carne coltivata rappresenta una risposta concreta alle sfide ambientali, etiche e di sicurezza alimentare del nostro tempo. Paesi come Singapore e Hong Kong ne stanno già cogliendo i frutti, mostrando una visione che guarda al futuro. L’Italia, invece, sembra intrappolata in una narrazione retrograda che rischia di farle perdere un’occasione storica.
Nel frattempo, il Forged Gras di Vow si sta facendo strada tra i palati più curiosi e consapevoli del mondo. Chissà se un giorno anche in Italia potremo assaporare il gusto del progresso.