Uno tra i tanti, mirabili privilegi di occuparsi del mondo del vino, come ho la fortuna di fare ormai da tantissimo tempo, è quella di poter raccontare storie di trasformazione. La viticoltura ha accompagnato la crescita della nostra nazione in maniera impagabile, per tantissimi decenni. Dopo gli anni ’70, con maggiore consapevolezza nelle nostre potenzialità, si è definitivamente trasformata in un asset economico fondamentale.
Una delle aziende che incarnano perfettamente questo processo (virtuoso) di mutamento è proprio Casa Vinicola Errico di Cerignola, provincia di Foggia. L’attività nel mondo del vino della famiglia, in realtà, è databile già agli anni ’35-’40 del secolo scorso. In quegli anni, il capostipite Vincenzo conduce un fiorente business di commercializzazione di uve e cereali provenienti dalle zone di Cerignola e Foggia.
La storia di Casa Vinicola Errico
È soltanto successivamente, dagli anni ’90 in poi, che il progetto vitivinicolo vero e proprio prende corpo. Dopo avere identificato la collocazione adeguata. Ovvero Tenuta Pignatella, una struttura risalente addirittura al 1500, poi modernizzata, già dotata di un’imponente barricaia, anche se non più operativa da diverso tempo. Il progetto si forma sotto la guida del figlio di Vincenzo, Giuseppe.
Un periodo di trasformazione aziendale che dura diversi anni, tra il 1992 e il 1998, in cui ci si concentra in minima parte sugli ettari di proprietà. Costruisce, invece, una florida attività da imbottigliatori, quindi con conferimento della materia prima e consegna del prodotto finito.
Con l’inizio dell’attività in azienda dell’attuale titolare, figlio di Giuseppe, Vincenzo di nome come il nonno, ‘esplode’ la moda del vino confezionato in PET. Attività (destinata, ovviamente, in gran parte alla GDO) a cui l’azienda dedica – con successo – molte delle sue energie negli anni a seguire. Dopo il 2010 si capisce peraltro con grande chiarezza la direzione che sta prendendo il mondo del vino. Direzione improntata sulla ricerca della massima qualità possibile.
Nuovo stabilimento, invariata qualità
Quindi a partire dal 2014 si danno avvio ai lavori per il completamento del nuovo stabilimento produttivo, di 5000 metri quadri, completato nel 2018, nel contempo selezionando, tra i 150 ettari dei conferitori, una ventina di ettari in cui fare attecchire il proprio progetto, che sfocia nelle due linee “Respiro di Terra”, dedicato alla ristorazione, e “Tenuta Villa dei Pini” destinato invece ai consumer.
Siamo tra le zone di Cerignola e Castel del Monte, i vitigni coltivati sono essenzialmente territoriali come il Nero di Troia e il Primitivo, con alcune succose ‘deviazioni’ a base di internazionali come lo Chardonnay.
Pulizia, semplicità, tradizione a Casa Vinicola Errico
Lavorazioni molto semplici ma di pulizia, i vini bianchi e rosati fanno solo acciaio, per i rossi (a parte il Susumaniello, che senza ombra di dubbio sarà una delle prossime ‘hit’, di succosità e tensione, mentre all’affinamento del Bombino bianco, altro progetto in gestazione per il futuro, verrà destinato verosimilmente anche il legno) è previsto affinamento in tonneau e barrique, di rovere, castagno e acacia.
La visione d’insieme restituisce una linea di etichetta di grandissima pulizia, dove tutti i vitigni vengono interpretati in maniera da amplificarne le caratteristiche varietali, restituendo un territorio, proprio quello del Tavoliere delle Puglie, tutto sommato ancora alla ricerca di una consacrazione tra le aree più voca dell’intera penisola.
Ecco allora un riassunto degli assaggi della nuova linea, dal notevole livello medio, bottiglie che si muovono con successo a cavallo tra tradizione e modernità, con marcata propensione alla freschezza di beva.
Gli assaggi di Luca Gardini
Puglia IGP Nero di Troia Primo Giuseppe 2017
L’esempio delle lavorazioni, di nitidezza e pulizia, di Vinicola Errico, come in questo caso, affinamenti in inox, poi passaggi in rovere americano, come questo Nero di Troia in purezza, dedicato a papà Giuseppe. Marmellata di mirtilli al naso, con note di noce moscata e sferzate balsamiche, al gusto denso e succoso, con ritorno fruttato e finale di persistenza.
Puglia IGP Primitivo Donna Sofia 2018
Altro rosso memorabile, da accurata selezione di uve provenienti dal Tavoliere. Macerazione tradizionale attorno alle due settimane in acciaio, fermentazione e successivamente passaggio breve in rovere americano. Prugne selvatiche al naso, con tocchi di sottobosco, macchia mediterranea e cannella. Palato con ritorno fruttato-officinale, bella persistenza.
Puglia IGP Nero di Troia Rosato Donna Diana 2019
Ancora Nero di Troia in purezza per questo rosato di bell’impatto gustativo. Lavorazione interamente in acciaio, naso di fragolina di sottobosco, gelsomino e timo. Bocca fragrante, di croccantezza, con ritorno floreale-fruttato, sapidità e bella persistenza.
Puglia IGP Chardonnay Donna Lidia 2019
Un sorprendente Chardonnay dal Tavoliere delle Puglie di impatto gustativo e sapidità. Lavorazione in solo acciaio con sosta sulle fecce fini per 4 mesi, naso con note di litchi, bergamotto e tiglio, sfumature di salvia limonata, beva salmastra, con note ammandorlate, ritorno officinale-fruttato, lunghezza e tensione.
Puglia IGP Fiano Gaia 2019
Un bel Fiano, anche questa volta dalla zona del Tavoliere delle Puglie. 4 mesi sui lieviti in acciaio, un vino agrumato, note di cedro, albicocca, poi sambuco e fiori gialli, su tutti la ginestra, con sfumature di timo cedrino e mandorla fresca. Palato iodato, con ritorno delle sensazioni fruttate e ammandorlate e chiusa con sentori di frutta secca.