La Cassata di Oplontis, un dolce dalle antiche origini

Di Antonio Sorrentino

Di Antonio Sorrentino

Oggi parliamo della Cassata di Oplontis, un dolce molto antico.

Villa Oplontis si trova nella zona suburbana pompeiana che venne ricoperta dalla lava del Vesuvio, in seguito all’eruzione del 79 d.C. La Villa è una maestosa residenza del I secolo a.C., attribuita a Poppea Sabina, seconda moglie dell’Imperatore Nerone ed stata inserita nel Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

All’interno della Villa, sulla parete di un triclinio, si può ammirare un meraviglioso affresco raffigurante un sontuoso dolce decorato con frutta e incredibilmente somigliante alla tradizionale cassata. Per questo motivo, l’opera d’arte fu rinominata la Cassata di Oplontis.

 
Affresco Cassata di Oplontis Sorrentino
 

La Cassata di Oplontis non solo è testimonianza del gusto raffinato dei nostri antenati romani, ma è anche un’incredibile testimonianza che arriva direttamente dalla storia. Inoltre, da quest’opera d’arte, si può dedurre che i romani erano curiosi e appassionati di cibo e ricercavano, nonché sperimentavano, anche nuovi prodotti, importandoli da ogni lato del mondo, creando così innovative ricette con ingredienti nuovi.

Nei ricettari antichi però non esiste una ricetta scritta di questo dolce eccezionale. Infatti, da anni, sia studiosi che chef stanno cercando di ricreare la ricetta della Cassata di Oplontis. Non esistendo una testimonianza scritta, anche io cercherò di ricreare tale ricetta. Dunque, vi propongo la mia personale interpretazione, nata dalla contemplazione dell’affresco stesso.

Infatti, vi consiglio di recarvi a Oplontis per ammirarlo: vi lascerà piacevolmente incantati per la sua perfezione e i suoi colori. Chiaramente, la mia ricetta nasce anche dalle mie conoscenze del dolce in versione napoletana. Ed ecco la mia ricetta, un connubio perfetto tra antichità romana e tradizione partenopea.

 
Cassata di Oplontis Antonio Sorrentino
 

Ingredienti

 

FARCITURA
500 g ricotta di pecora 150 g miele di castagno profumo di cannella frutta secca
30 g di pinoli vesuviani tostati 30 g di noci di Sorrento sgusciate e tostate
30 g nocciole di Giffoni tostate 50 g di albicocche secche del Vesuvio
50 g prugne secche
50 g fico bianco del Cilento secchi
2 dischi di pane integrale al miele

 

PER LA DECORAZIONE (Reale Pompeiana)
150 g Farina di mandorle
10 g miele di castagno
30 g sciroppo di melograno o amarena per il colore

 

Preparazione

Il giorno prima mettere la ricotta in un panno di lino e stringerlo forte per far uscire tutto il liquido dalla ricotta. Conservare in frigo.
Per creare la “Reale pompeiana”, impastare la farina di mandorle con il miele e lo sciroppo di melograno finché non si avrà una pasta liscia con un bel colore rosso pompeiano. Preparare così la frutta secca: tagliare a dadini i fichi, le prugne e l’albicocca e poi lasciare qualche altro frutto intero per la decorazione. Prima di decorare, lucidare i frutti con acqua e miele.

Per il torrone di frutti secchi, caramellare le noci, i pinoli e nocciole in poco miele all’interno di una padella antiaderente. Far raffreddare e poi spezzettare i frutti secchi. Tenere il tutto da parte. Il giorno dopo, setacciare la ricotta con un setaccio fine e metterla
in una scodella. Aiutarsi con una frusta e così aggiungere pian piano il miele, fino ad ottenere una dolcezza gradita. Finire il tutto con un pizzico di cannella. Mettere da parte 100 g di farcitura bianca e decorare la torta. Infine, aggiungere la frutta secca a dadini e il croccante al composto di ricotta e miele. Tenere in frigo per circa 30 minuti.

Per la farcitura, foderare il bordo dello stampo con la Reale pompeiana, disporre alla base dello stampo il cerchio di pan miele e inzupparlo leggermente con sciroppo di amarena. Riempire così lo stampo con la farcitura lasciando lo spessore necessario.

Chiudere con l’altro cerchio di pane, sempre inzuppato leggermente. Mettere in frigorifero a zero gradi per circa 30 minuti. Sformare e rifinire il centro con la ricotta bianca. Infine, decorare la cassata con i frutti rimanenti. Mettere così in frigorifero per un’ora prima di servire.

 
Cassata di Oplontis Antonio Sorrentino


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