Pasta Design secondo Raffaella Cittadini: C’era una volta…

Danilo Curotto

Danilo Curotto

Usciamo per la seconda volta in 12 anni dagli schemi di questa rubrica, che va a scovare la tradizione pastaria più sconosciuta alla grande platea, ritornando a grande richiesta su un tema moderno, innovativo che possiamo assolutamente definire artistico e di effetto: il Pasta Design.

La Domanda che si pongono tutti: perché un altro articolo sul Pasta Design?

Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere Chef come Luca Montersino, ospite di queste pagine, con le sue creazioni che attraggono sia con i colori che con il gusto dei ripieni, per non parlare di Gustavo Lacerda, brasiliano, indiscusso leader esponente del Pasta Design elevato alla ennesima potenza.

Quindi, perché fare una seconda puntata di questo argomento? Per le innumerevoli richieste arrivate a me in questi ultimi mesi sia da ristoratori che da pastai con la voglia di creare, stupire e distinguersi.

Pasta Design

Scopriamo i segreti del Pasta Design: Idee, Tendenze e Opportunità in una nuova prospettiva dell’arte culinaria

In effetti il trait d’union è presto trovato: se la rubrica “C’era una volta” ha come obiettivo quello di fornire idee al ristoratore utilizzando la “tradizione più tradizionale” (tanto da essere considerata innovativa) per differenziare il proprio menù, divulgare la territorialità e la originalità dei piatti ed elevare il livello percepito del proprio locale, un secondo articolo sul Pasta Design ci sta bene. Infatti, tutti gli elementi citati sono oggi in cima ai desideri del ristoratore medio e quindi avere delle idee su chi, come, dove e perché offrire prodotti esclusivi trova spazio proprio nel carattere stesso della rubrica.
Partiamo dalla fine, ossia perché.

Dal concetto alla creazione: il processo creativo dietro il Pasta Design

Un prodotto come questo non è pensato come piatto alla carta, ma piuttosto come Piatto dello Chef se non addirittura un amuse bouche. Qui sì che ci possiamo sbizzarrire, dato che possiamo offrire al cliente un “diverti – bocca”  che ben rappresenta quello che lo aspetterà durante il pranzo o la cena, che ha come compito quello di stupire piacevolmente sia l’occhio che il palato, posizionando l’aspettativa generale del cliente ad un livello più alto, conto incluso.

Pasta Design
Per molti, ma non per tutti è lo slogan pubblicitario da rispolverare in questi casi, sia in ristorazione che in pastificio. Pastificio che potrebbe, in caso, essere il fornitore del ristorante di queste chicche esclusive (così diamo una risposta ai pastai che stanno cercando idee da proporre ai ristoratori).

Oltre il gusto, l’esperienza sensoriale

Sul dove è presto detto, e lo abbiamo appena indicato: ristoranti e pastifici sono i due luoghi dove possiamo pensare di proporre Pasta Design. Al limite declinerei un “quando” insieme al “dove”, trovando come risposta degli eventi particolari in cui una presentazione di pasta design possa essere di effetto e consona al momento (matrimoni, feste, buffet di inaugurazioni, eventi).
Sul come facciamo riferimento alla tecnica. Qui scatta l’artista che è in noi, aiutato dal “chi”. A questo punto è doveroso presentarvi Raffaella Cittadini, romana de Roma, allieva ed esponente italiana del Pasta Design del Maestro Gustavo Lacerda.

Pasta Design 3

La visione innovativa di Raffaella Cittadini

Ho incontrato Raffaella inizialmente imbattendomi nella sua pagina Instagram, Pasta in My Mind, e subito ho capito l’unicità della persona che stavo per conoscere. Raffaella definisce alcuni punti del Pasta Design che rappresentano gli elementi portanti del concetto.

“L’ingrediente fondamentale è il mio pensiero; a volte è un ricordo che cerco di far riaffiorare dalla memoria, oppure mi ispiro alla realtà che mi circonda; quindi, se altre persone volessero dare corpo ai propri pensieri, alle proprie sensazioni, immagino che ci sarebbero piatti favolosi, sempre diversi, ognuno con un significato per chi li ha creati, che magari è completamente diverso per chi li riceverà. Uno scambio di impressioni e sensazioni che espandono l’esperienza gustativa, in un dialogo circolare.
Un cibo che sia nutrimento per il corpo e per la mente, una pasta che si lasci guardare, prima di essere assaporata e susciti una reazione, che non si limiti al mero nutrimento del corpo. Quando si parla di cibo ci si sofferma quasi solo sul suo sapore, al massimo si può concepire di realizzare un bellissimo impiattamento, ma perché non alzare l’asticella? Perché non creare un bellissimo cibo? La Pasta di Design questo fa: arricchisce l’esperienza del nutrimento, andando al di là della mera soddisfazione del palato. Nutrimento sì, ma anche dell’anima, quindi.”

Tanta roba, vero?

Oltre le obiezioni: la rivoluzione del Pasta Design è possibile

Lei stessa ci risponde ad una obiezione rivolta da alcuni ristoratori: “”Ma quanto tempo ci vuole per realizzarla? È improponibile a livello professionale!” No, non lo è, anche se ovviamente stiamo parlando di un prodotto di nicchia e, per capirci, porto sempre l’esempio dello stilista che produce Alta Moda. Non è che possa vivere facendo solo quello, ma è in grado di offrire un prodotto di eccezionale qualità e raffinatezza a pochi clienti interessati a indossare qualcosa di esclusivo. Per il quotidiano esiste il prêt à porter, nessuno indossa abiti di Alta Moda tutti i giorni, ma ci sarà sempre qualcuno che desidera qualcosa di nuovo, di diverso e di irripetibile. Ogni prodotto fatto a mano, infatti, non sarà mai riproducibile in serie, ci saranno sempre piccole variazioni, quei particolari che rendono un capo, o perché no, un raviolo, unico nel suo genere.”

Che dire, se non che la passione e capacità di Raffaella diventino un riferimento per molti! Ad Majora Raffaella!

Crediti foto: Raffaella Cittadini


Potrebbero interessarti anche