La ricerca e i dati emersi
Secondo un recente studio pubblicato su Frontiers Public Health promosso dalla Federazione Italiana Cuochi e diretto dall’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche di Cosenza insieme all’Università di Catanzaro, il mestiere del cuoco è assai faticoso. È emerso infatti che il 47% degli chef che lavorano in cucina, durante la propria vita lavorativa, hanno sofferto due o più volte di stress professionale, con conseguenti problemi di salute.
Come riporta l’agenzia ANSA, la relazione tra le variabili lavorative e lo stato di salute è mediata dagli alti livelli di stress professionale presenti nella popolazione dei cuochi in una percentuale tra il 13.8% e il 24.9%.
Il campione dello studio è composto da 710 chef, all’88% uomini. Le caratteristiche (medie) degli intervistati sono: 44.4 anni, 28.5 body-mass-index, 24.9 anni di lavoro, 66.4 ore di lavoro settimanale.
Tante ore, tanti rischi per la salute
L’alto numero di ore lavorate settimanalmente espone i cuochi a molti rischi per la salute dovuti allo stress che si viene a creare negli ambienti di lavoro, in cucina. Al momento, precisano gli esperti, non ci sono strumenti in grado di quantificare scientificamente quanto sia logorante il lavoro ai fornelli e gli effetti negativi della categoria.
Gli anni di servizio e il numero di ore di lavoro settimanali sono gli unici fattori che incidono in maniera significativa sulla presenza di alti livelli di stress e di malattie organiche a carico dell’apparato muscoloscheletrico e cardio circolatorio. A sostenerlo è Marco Tullio Liuzza, docente di Psicometria dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
“I dati sono rilevanti perché gli effetti negativi delle eccessive ore di lavoro sulla salute sono già state riportate in altre categorie lavorative come chirurghi, personale d’ambulanza, colletti bianchi, poliziotti, militari” continua Antonio Cerasa, ricercatore dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche di Cosenza, che conclude: “Grazie a questa ricerca si conferma quindi che anche nella categoria degli chef superare le 60 ore di lavoro a settimana è un forte fattore predittivo di malattie organiche”.