Conservando una mission legata all’esportazione del saper fare del Sud Italia in più di 95 paesi, la Compagnia Mercantile D’Oltremare (con il suo principale brand Ciao il Pomodoro di Napoli) mantiene un forte legame con il territorio.
Il pomodoro arriva in Italia nel ‘500 come pianta ornamentale. 300 anni dopo diventa un frutto commestibile, grazie al saper fare dei nostri agricoltori e alla fertilità dei nostri terreni.
Solo nei primi del 900 a Napoli si produrrà il pomodoro San Marzano: lungo, rosso ed estremamente saporito.
Furono le casalinghe a scoprirne le possibilità di conserva. Da questa manifattura ha tratto ispirazione il procedimento di conservazione industriale moderno, che Francesco Cirio ha adottato nel ‘900 indicando (e non a caso) in etichetta proprio la dicitura “Pomodoro Napoli”.
CMDO e Ciao
Questo ci fa capire come il pomodoro pelato sia strettamente legato al procedimento di conserva che lo rende famoso in tutto il mondo.
Proprio per questo il fondatore di CMDO, Lino Cutolo, dal 2014 ha costituito un comitato di cui è presidente, per la tutela del Pomodoro Pelato. E il riconoscimento di una IGP (Indicazione Geografica Protetta) da parte dell’Unione Europea, da conferire a questo prodotto unico, facendosi promotore del marchio di tutela.
L’IGP è un riconoscimento che lega un prodotto al suo territorio. Tra caratteristiche organolettiche di un prodotto e provenienza geografica e il legame tra un procedimento di trasformazione e la cultura del territorio di provenienza.
La storia iniziata nel 2014 da Lino Cutolo, patron di CMDO, continua nel marzo del 2021 con il Mipaaf – il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – che accetta la richiesta di riconoscimento avanzata dai conservieri campani. Aprendo il procedimento per la creazione di una IGP pelato di Napoli, che consente a questo prodotto di essere tutelato.
E di difendersi dalla concorrenza sui mercati internazionali, laddove con Napoli si identifica tutto il Mezzogiorno.
Si tratta di un’operazione di marketing che protegge il pomodoro pelato da possibili contraffazioni estere. Mettendo al sicuro un modo unico di lavorare il pomodoro che dà lustro e tutela all’intero comparto del Sud Italia e della lavorazione agricola di questo prodotto, principe di genuinità.
“Solo portando nel mondo l’unicità del nostro saper fare – conclude Lino Cutolo (in foto) fondatore e Ceo di CMDO – potremo dare nuovo respiro ad un mercato fortemente a rischio flessione, ma che merita tutti gli allori dell’identità che sa conferire solo la tradizione!”
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