Cibus Connect, a Parma l’industria alimentare italiana si connette col mondo

500 aziende italiane vocate all’esportazione esporranno i loro nuovi prodotti a Cibus Connect. Attesi centinaia di top buyer esteri e migliaia di operatori italiani

Cibus Connect: che cos’è?

Cresce ancora l’export del comparto alimentare italiano. Nel 2016 fa registrare il +3,6% e un nuovo record annuale, con un’accelerazione negli ultimi mesi, in particolare sui mercati extra-UE. Ci si interroga anche su come evolveranno i mercati esteri a seguito dei molteplici cambiamenti geopolitici. Se ne parlerà a Cibus Connect la nuova fiera che Fiere di Parma e Federalimentare organizzano negli anni dispari, in programma dal 12 al 13 aprile prossimo.

Tra i contenuti più attesi, quelli del Forum Agroalimentare Ambrosetti. Valerio De Molli illustrerà i risultati della ricerca realizzata per Federalimentare e Fiere di Parma e quindi il position paper su “Sostenere la crescita e l’internazionalizzazione nel lungo periodo delle imprese del settore Food & Beverage. Analisi e riflessioni”, nell’ambito del quale i partecipanti potranno conoscere posizionamento e prospettive del Food made in Italy rispetto alle politiche assortimentali della distribuzione internazionale.

Posizionamento del Made in Italy Alimentare nell’evoluzione internazionale dei consumi

Al dibattito “Posizionamento del Made in Italy Alimentare nell’evoluzione internazionale dei consumi”, interverranno speaker autorevoli provenienti dall’industria alimentare italiana e dalla distribuzione, nazionale ed internazionale. Tra i relatori già confermati: Luigi Scordamaglia (Presidente di Federalimentare e CEO Inalca), Marco Lavazza (Vice Presidente Luigi Lavazza), Francesco Mutti (CEO Mutti), Giampiero Calzolari (Presidente Gruppo Granarolo), Sara Roversi (Direttore Future Food Institute), Alex Tosolini (Vice Chairman Business Dev. The Kroger Co.), Peter Whitsett (Executive Vice President Meijer), Gregoire Kaufman (Sales & Mktg Director Carrefour Italia).

Oltre al Forum…

Oltre al Forum, l’innovativo layout della nuova fiera prevede anche un’area molto ampia con decine di cucine dedicate agli show cooking in cui le aziende presenteranno i loro prodotti, con l’aiuto di noti chef e testimonial. Sono state anche predisposte due “arene” che ospiteranno 14 panel tematici sulle tendenze, in Italia e nel mondo, del consumo alimentare. Si confronteranno il management delle aziende espositrici con buyers e category provenienti da tutto il mondo.

cibus connect parma

L’area espositiva è composta da 500 aziende alimentari italiane, selezionate tra quelle maggiormente vocate all’export, che parteciperanno ai lavori del Forum, esporranno i loro nuovi prodotti ed incontreranno circa 750 top buyer internazionali e migliaia di operatori italiani. Tra le aziende espositrici saranno presenti anche 50 produttori di nicchia selezionati da Slow Food.

Negli stessi giorni Parma ospiterà anche “Origo, Geographical Indications’ Global Forum”. Si tratta del primo Forum internazionale sui prodotti alimentari ad indicazione geografica protetta, italiani e non, organizzato da Ministero delle Politiche Agricole, Regione Emilia‐Romagna, con il patrocinio della Commissione Europea, e vedrà la partecipazione di esperti italiani ed internazionali.

Export da record per l’alimentare italiano

L’export delle industrie alimentari italiane nel 2016 ha raggiunto la cifra record di 30 miliardi di euro (38 miliardi se si considera tutto il comparto agroalimentare). La crescita è pari al 3,6% rispetto al 2015. Un dato molto positivo anche perché si colloca in un contesto di rallentamento generalizzato del commercio internazionale. I Paesi dove l’export alimentare continua a crescere sono alcuni mercati chiave come Usa, Germania, Francia, Spagna, Canada, Corea del Sud. Ma anche alcuni Paesi dell’Est europeo (Slovacchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia) e delle aree medio orientali (Libia, Algeria, Tunisia). Altri Paesi invece, soprattutto per motivi esogeni, arretrano come Cina, Giappone, Brasile e Turchia. Da segnalare finalmente la ripresa dell’export verso la Russia, +3,4% (Elaborazioni Centro Studi Federalimentare su dati Istat).
 


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