Il Martini è unico
Basterebbe dire questo perché il Martini, il più famoso cocktail al mondo a cui la stessa definizione di cocktail va stretta, è un mondo a sé ed un modo a sé di vivere il mondo. Oggi purtroppo tra happy hour e bevande preconfezionate, il culto di questo drink non è più lo stesso, addirittura si arriva a confonderlo con l’omonimo Vermouth prodotto dall’azienda Italiana.
“La cultura del bere Martini ha regole precise” spiega Paolo Bianchi, capo barman FIB. “Serve a socializzare, è un motivo di incontro che presuppone in chi lo offre e in chi lo accetta una conoscenza alcolica raffinata. A mio modesto parere è uno dei drink più complicati nella sua grande semplicità, perché ogni vero “martiniano” ha la sua personale versione preparata con i suoi piccoli accorgimenti e manie”.
Ci sono centinaia di Bar che hanno una Cocktail List a parte, con decine e decine di voci: qualsiasi cosa sia servita in una coppetta è un Martini, con grande sdegno dei veri “martiniani”. Il Martini perfetto è l’utopia, la meta che si insegue e non si raggiunge, l’obiettivo la cui ricerca ci migliora, l’illuminazione…
Le regole per preparare il Martini
Ed ecco, per i neofiti, alcune regole basilari per preparare il cocktail al meglio.
Il Martini Cocktail, per chi ha più di 40 anni, è fatto esclusivamente con il Gin. Per chi ne ha meno, spesso (ma non sempre) è fatto con la Vodka. Insomma, neppure si sa di che cosa sia fatto: fermo restando che il classico è con il Gin, è sempre buona norma che il Barman chieda, soprattutto ai più giovani, con che cosa lo preferiscano.
Non tutti lo sanno ma un ingrediente fondamentale di questo cocktail è il “freddo”. Ebbene sì, questo cocktail deve essere gelato. Al mondo se ne fanno di super blasonati che prevedono il Gin conservato in freezer o addirittura a -22 gradi (vedi l’Harry’s Bar di Venezia o il Dukes di Londra). Comunque lo serviate ricordatevi sempre che non gelido, è impresentabile.
Il Martini è poi un cocktail miscelato, shakerato è solamente il James Bond Martini (“Shaken, not Stirred”), presentato per la prima volta con il nome di “Vesper Martini” nel film “007 Casinò Royal” e che prevede la presenza del Lillet Bianco come Vermouth Francese. In gran parte del mondo, e soprattutto tra i tanti estimatori Italiani, davanti alla richiesta di un Martini Cocktail ci si aspetta il seguente rituale: il Barman “lava” il ghiaccio all’interno di un capiente Mixing-glass con il Vermouth Dry, getta via il Vermouth trattenendo all’interno del Mixing-glass il ghiaccio, ed in ne aggiunge la dose necessaria di Gin al ghiaccio così aromatizzato. Per molti, solo così si fa il vero Martini.
Il drink secco per eccellenza
Il Martini è il drink secco per eccellenza, secchissimo, ove per secco si intende con poco Vermouth Dry. Il Gin ghiacciato, ricordatevi però, è esclusivamente un Gin gelato, non un Martini Cocktail. Esistono poi tre razze a parte: quella che al Martini aggiunge la scorza di limone strizzata sulla super cie del bicchiere, quella che senza un’oliva verde in salamoia non è un Martini e quella invece che ogni aggiunta al drink è una profanazione. Ciascuna razza disprezza in cuor suo le altre. Per chiudere, una storiella che arriva dal freddo Canada: “Perché le Giubbe Rosse hanno aggiunto al loro corredo un kit per farsi il Martini?” Perché se si smarrissero nel grande nord, potrebbero incominciare a prepararsi il drink, e subito accorrerebbe da loro qualcuno: “Hey, lo stai preparando sbagliato”.