Il cibo italiano contraffatto è ormai un fenomeno globale che minaccia l’economia e la reputazione del Made in Italy. Secondo l’ultimo rapporto Ismea – Qualivita 2023, il valore dei prodotti agroalimentari falsamente spacciati per italiani ha superato i 120 miliardi di euro. Questo significa che ogni anno milioni di consumatori nel mondo acquistano alimenti convinti di portare in tavola l’eccellenza italiana, quando in realtà si tratta di imitazioni prive della qualità e della tradizione che caratterizzano i nostri prodotti.
Il problema è tutt’altro che marginale. L’agroalimentare italiano è un settore di enorme valore, con 841 specialità riconosciute tra DOP e IGP, che generano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro all’anno. Dietro ogni prodotto autentico ci sono storia, passione e un legame indissolubile con il territorio. Ma quando un prodotto viene contraffatto, il danno non riguarda solo il produttore originale: è l’intero sistema del Made in Italy a subire le conseguenze. L’imitazione indebita sottrae risorse e opportunità di lavoro, minando la competitività delle aziende italiane e mettendo a rischio il futuro della DOP Economy.
Perché il falso Made in Italy è un problema?
A livello globale, il fenomeno dell’Italian Sounding è dilagante. Secondo Coldiretti, per ogni vero prodotto DOP italiano esistono sei imitazioni. I falsi Made in Italy non si limitano a una categoria specifica, ma spaziano tra formaggi, salumi, oli, conserve e vini. Tra i più colpiti ci sono i formaggi come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, che vengono imitati in tutto il mondo con varianti come il Parmesan americano, il Parmesão brasiliano e il Reggianito argentino. Lo stesso accade con altri prodotti caseari come il Gorgonzola, il Provolone, il Pecorino Romano, l’Asiago e la Fontina. Anche i salumi italiani vengono spesso copiati: dal Prosciutto di Parma al San Daniele, fino alla Mortadella Bologna e al Salame Cacciatore.
Nemmeno il settore vinicolo è immune da questa piaga. Il Prosecco, il vino italiano più esportato, è anche il più imitato, con nomi ingannevoli come Meer-secco e Kressecco in Germania, Whitesecco in Austria, Crisecco in Moldavia e persino un Prosecco russo. Anche vini storici come il Chianti e il Barolo subiscono contraffazioni.
Chi sono i maggiori contraffattori del Made in Italy?
A sorprendere è che i principali taroccatori del Made in Italy non siano solo paesi emergenti, ma anche nazioni ricche come gli Stati Uniti, la Russia, l’Australia e la Germania. E non bisogna credere che il problema riguardi solo l’estero: anche in Italia esistono prodotti venduti con nomi e confezioni che evocano la tradizione, ma che in realtà contengono materie prime straniere e non rispettano gli standard del vero Made in Italy.
Come riconoscere il falso Made in Italy ?
Ma allora, come si fa a distinguere un prodotto autentico da una contraffazione? Non servono competenze tecniche per riconoscere il falso Made in Italy, basta un po’ di attenzione al momento dell’acquisto. Innanzitutto, è fondamentale leggere l’etichetta per verificare l’origine del prodotto e controllare se è realmente prodotto in Italia. Anche il prezzo può essere un segnale importante: se un alimento ha un costo eccessivamente basso rispetto alla media di mercato, è probabile che siano stati tagliati i costi della qualità, magari attraverso l’uso di materie prime estere o processi produttivi industriali di minor valore.
Le certificazioni DOP e IGP
Un altro elemento fondamentale è la presenza dei marchi di qualità DOP e IGP, che garantiscono l’origine e la tracciabilità del prodotto. La Denominazione di Origine Protetta (DOP) certifica che l’intera produzione è avvenuta in una specifica area geografica, secondo rigidi standard di qualità. L’Indicazione Geografica Protetta (IGP), invece, assicura che almeno una fase della produzione sia avvenuta nella zona di riferimento, garantendo un forte legame con il territorio.
Proteggere il Made in Italy non è solo una questione economica, ma anche culturale. Ogni volta che scegliamo un prodotto autentico, difendiamo la nostra tradizione e il lavoro di migliaia di produttori italiani. Per questo è importante informarsi, acquistare con consapevolezza e diffondere la conoscenza su questo tema. Solo così possiamo contrastare il fenomeno del falso Made in Italy e preservare l’eccellenza agroalimentare del nostro Paese.