Diete, modelli da seguire e vita frenetica spesso fanno del cibo una mera routine da esplicare nel minor tempo possibile, senza alcuna cura.
Il cibo invece, non è soltanto nutrizione, una necessità fisiologica, ma dai tempi più remoti rappresenta un sinonimo di condivisione e piacere. Dalla tavola sono passate le più importanti decisioni, ma anche le migliori amicizie.
Molteplici sono le ricerche scientifiche che dimostrano lo stretto rapporto tra cibo ed emozioni sottolineando il fondamentale ruolo della nutrizione nella capacità di gestirle.
Cibo ed emozioni…
È innegabile come spesso il cibo diventi strumento di compensazione emotiva, una sorta di anestetico per le sofferenze, un antistress, il mezzo più facilmente accessibile per colmare vuoti emotivi. Ma è altrettanto vero che di frequente la tavola diventi il più potente strumento comunicativo. Le prime sperimentazioni di socialità per i bambini fuori dalla scuola sono i compleanni, in cui il momento della condivisione del cibo è quello che più li unisce e spinge al confronto. Crescendo le esperienze senza i genitori passano dal riunirsi intorno ad un tavolo per la cena di classe, così come i primi e impacciati contatti amorosi si verificano al ristorante, dove in un ambiente molto più tranquillo rispetto a feste e discoteche il dialogo, la condivisione e la conoscenza sono agevolati. Il cibo dunque, diventa sfondo e collante per le conversazioni, l’argomento che toglie dall’imbarazzo quando il dialogo langue, ma anche sinonimo di passione condivisa da cui partire. I vecchi amici si ritrovano per le rimpatriate davanti ad un buon piatto e il “mangiamo qualcosa insieme” diventa una frase spontanea, che dimostra all’altro il piacere di stare insieme.
Psicologia dell’alimentazione
L’alimentazione e il benessere dunque, risultano due facce della stessa medaglia. Una sana e condivisa alimentazione diventa la base necessaria per poter parlare di benessere, inteso come stato di salute della persona a livello psico-fisico e sociale. Chi non si ascolta o non ha stima di sé difficilmente riesce ad alimentarsi in modo equilibrato e viceversa. E la condivisione della tavola diventa la cartina al tornasole del concetto di benessere. In compagnia non necessariamente si mangia di più, ma di sicuro si mangia meglio. I ritmi rallentano, l’assorbimento del cibo diventa più adeguato, meno frenetico, più “pensato”, giovando al metabolismo e alla digestione.
Cibo, pubblicità e web
E’ sufficiente soffermarsi a guardare le pubblicità di alimenti per comprendere il potere della condivisione del cibo. Gli studi effettuati in tale ambito al fine di creare spot che in pochi secondi invitino il consumatore ad acquistare quel prodotto anziché la marca concorrente mostrano il piacere dello stare insieme, quanto il cibo unisca amici, famiglie e sconosciuti. Dal piatto di pasta in compagnia alla condivisione di uno snack fino alla cena tra amici. Il messaggio è sempre lo stesso: il cibo ha il potere di unire anche nella diversità.
E a proposito di condivisione mediata dalla tecnologia non si può dimenticare che, quando ci troviamo di fronte ad un bel piatto, sia esso del ristorante o preparato da noi, il primo gesto effettuato, ormai in forma automatica, sia quello di fotografarlo e condividerlo attraverso i social che prontamente si riempiono di commenti dal “dove sei” all’ “arrivo anch’io”. Anche a chilometri di distanza, che ci si trovi ad una cena di lavoro, a casa o in vacanza, il cibo dunque si riconferma quale filo rosso che spinge alla condivisione dell’esperienza dando vita ad emozioni piacevoli e diventando uno dei principali fattori di benessere per la persona.
Chi è Alice Lombardi
Da oltre 10 anni è psicologa, psicoterapeuta e giornalista. Coniuga le diverse professioni scrivendo per varie riviste e rubriche di psicologia con molti contributi legati alla psicologia dell’alimentazione.
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