Eccoci di nuovo, insieme sotto il cappello rinfrancante di Dicembre, con gli abituali consigli riguardo ai vini per le feste. Non bisogna nasconderlo, il 2019 è stato un anno intenso, fatto di persone, conoscenze, assaggi, rivelazioni, conferme.
Una considerazione su tutte: anche in annate climaticamente complesse come le ultime i prodotti rimangono di costanza e qualità incredibile, con punte di eccellenza che per l’ennesima volta portano i nostri vini agli apici delle classifiche mondiali. Risultati clamorosi, premi per un lavoro di squadra duro, spesso ingrato e svolto quasi integralmente lontano dalla luce dei riflettori. Giusto, quindi, celebrarlo qui: ecco i consigli riguardo ai vini per le feste.
I vini consigliati da Luca Gardini per le feste di Natale
• Pinot Grigio, Ruländer – Alto Adige
E allora partiamo con il nostro abituale detour, ancora una volta dall’Alto Adige. Torno volentieri a parlare di una cantina che è ormai una realtà, nonostante la loro prima vendemmia sia appena del 2016. Ma Dietrich e Michael hanno idee cristalline, quindi nessuna sorpresa se anche per quest’anno il loro Pinot Grigio (alla tedesca Ruländer) è sugli scudi. Ha naso di mela verde, balsamico e con sfumature di sfalcio d’alpeggio. Bocca ampia, giustamente sapida, con bella progressione su piccoli fiori bianchi. Perfetto con i tortei di patate.
• Gavi, Bruno Broglia – Piemonte
Passando ad una delle protagoniste mondiali dell’enologia, ovverosia il Piemonte, mi muovo ancora controcorrente consigliando un bianco, ma anche in questo caso un bianco fuori dal comune, come quello di Bruno Broglia. Il Gavi dall’etichetta omonima è una lettura straordinaria di Cortese, del resto il pane quotidiano della cantina di Alessandria, e questa bottiglia ne è l’espressione più elevata. Naso denso e intenso, zafferano e lime, alla bocca sottile, rifrescante, floreale, lievemente ammandorlato. Abile ed arruolato con un pesce in umido, per esempio la gallinella.
• Ribolla Gialla, Radikon – Friuli
Con una brusca sterzata vi porto quindi in Friuli, altra terra prediletta dagli dèi, enoici e non, per consigliarvi un assaggio (o meglio, un ri-assaggio) recente che mi ha impressionato. La Ribolla Gialla di Radikon è ormai una certezza tra i cosiddetti ‘orange wine’, speziato e intenso al naso, alla bocca carnoso, compatto, tannico e di grande persistenza. Bellissimo con il frico.
• Soave, Vecchie Vigne di Sant’Antonio – Veneto
La deviazione in Veneto ci permette di apprezzare quanto ormai il lavoro svolto sui bianchi stia permettendo di disporre di un altro fuoriclasse in Valpolicella, come è il Soave Vecchie Vigne di Sant’Antonio, una dedica ad un piccolo vigneto ormai parte della memoria aziendale, con la sfida della botte. Garganega 100% affinato in tonneaux francesi affilato fin dal naso, che sa di kiwi, zenzero e rabarbaro. La bocca è profonda ed eloquente, appagante, salata e con richiami di frutta a polpa gialla. Provatelo con un risotto con la carne.
• Sangiovese Dado, Enio Ottaviani – Emilia-Romagna
Il passaggio in Emilia-Romagna ci permette di apprezzare nuovamente il grande lavoro svolto da Enio Ottaviani nel riminese. Il suo “Dado” è un fuoriclasse, con un naso di rosa, alloro e cappero e la beva consistente, di grande eleganza e dal retrogusto dissetante, di buccia d’arancia.
• Sangiovese Vigna dell’Impero 1935, Tentua Sette Ponti – Toscana
Approdando in Toscana è impossibile non parlare della Vigna dell’Impero 1935 di Tenuta Sette Ponti, una versione mozzafiato di Sangiovese in purezza. Impressionante al naso, con uno spettro vastissimo di sensazioni, mora, ciliegie sotto spirito, tannini vellutati alla beva e una ampia spalla acida che prolunga la persistenza all’infinito. Fantastico con il peposo.
• Cerasuolo “Fosso Cancelli”, Ciavolich – Abruzzo
Il passaggio in Abruzzo mi permette di parlare di una mia personale scoperta del 2019, la cantina Ciavolich. Tra i bellissimi bianchi, il Cerasuolo 2018 “Fosso Cancelli” è una rivelazione: intenso, tannico, speziato, eppure incredibilmente beverino, da provare (anche) con gli arrosticini.
• Aglianico “Don Andrea” – Campania
Il passaggio in Campania è un’occasione perfetta per salutare gli amici di Santacosta, di cui cito il bellissimo Aglianico “Don Andrea”, mango, mimosa ed eucalipto al naso, alla bocca iodato, fresco, preciso, ideale con un agnello alla lucana.
• Etna Rosso “Contrada Pietrarizzo” – Sicilia
Approdare in Sicilia significa parlare di Tornatore, e del suo Etna Rosso “Contrada Pietrarizzo”, Nerello mascalese in purezza capace di unire grande beva a sfumature di complessità e finezza. Mora e spezie al naso, bocca succosa, piena, giustamente tannica, da provare con un fegato alla siciliana.
• Monterossa Cabochon Fuoriserie, Franciacorta – Lombardia
Per chiudere, al solito, una bollicina, per la quale è necessario precipitarsi a ritroso verso la Lombardia. Il Monterossa Cabochon Fuoriserie n. 021 è l’ennesima perla di una cantina seminale in Franciacorta, un viaggio circolare tra vecchie annate e 40 mesi di affinamento per un calice fragrante, bilanciato, strutturato, distinto. Naso floreale, complesso e speziato, beva lunghissima, perfetto con qualsiasi piatto.
Auguri!