Oggi, 16 ottobre 2020, si registra un boom di ispezioni Nas. Sono giorni particolarmente tesi per i ristoratori. Da una parte, l’emergenza sanitaria per Covid-19 sta scardinando la quotidianità di tutti noi. Dall’altra, si deve fare i conti con le nuove misure sempre in aggiornamento, che vanno ad incidere anche sulla realtà economica del Paese. Infatti, in un sola settimana, sono state condotte 1.898 ispezioni da parte dei Nas in ristoranti, pizzerie, fast-food, pub e bar. Tutto ciò, per controllare il rispetto delle misure anti Covid.
Durante queste ispezioni, sono state verificate 351 violazioni. La più diffusa è il mancato uso della mascherina. Così, il Ministero della Salute ha rafforzato i controlli sulle misure per il contenimento dei contagi cooperando assieme al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute. E dunque è stato attuato uno specifico servizio di controllo sulle strutture di ristorazione.
Ben 38 nuclei dei Nas hanno svolto le ispezioni su tutto il territorio nazionale dal 5 all’11 ottobre. Concentrandosi soprattutto in locali della movida e in orari serali o notturni. Se è il mancato uso delle mascherine rappresenta il 43% delle segnalazioni, vediamo gli altri dati. L’assenza di informazioni e cartellonistica per la clientela rappresenta il 13% delle violazioni. Mentre la distanza insufficiente fra tavoli e il mancato distanziamento sociale tra le persone contano il 9%. L’8% è contato dall’assenza di prodotti igienizzanti. E l’omessa attuazione delle corrette e periodiche procedure di sanificazione degli ambienti rappresenta il 3%.
Tra le segnalazioni anche l’inosservanze di altri obblighi. Come la segnaletica orizzontale sui percorsi da seguire. E l’omessa registrazione degli avventori e della misurazione della temperatura corporea. Infine, sono seguire ben 30 sanzioni penali. E altrettante 310 amministrative hanno riguardato violazioni alle norme igienico-sanitarie, con anche il sequestro di 4 mila kg di alimenti irregolari per un valore di 59 mila euro, e la chiusura o sospensione dell’attività di 49 strutture.
Brutte notizie per la ristorazione già colpita gravemente dalla crisi conseguente all’emergenza sanitaria.