Decreto Sostegni, le proteste: “Aiuti inadeguati. Esclusa la ristorazione collettiva”

Nascono nuove proteste a seguito del Decreto Sostegni. Infatti, Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi e Confcommercio ritengo i nuovi ristori insufficienti. Ed Anir-Confindustria lancia l’allarme: “A fine pandemia ci troveremo con almeno 60 mila licenziamenti. Questi riguardano all’85% personale femminile, a causa delle scelte in tema di smartworking nella pa”.
 
Dopo i rappresentanti delle partite Iva, anche altri comparti si uniscono alle critiche. Infatti, il settore del turismo e la ristorazione collettiva protestano contro il decreto Sostegni. PI bus turistici: “Sono cambiati i suonatori. Ma la musica è rimasta sempre la stessa. Siamo destinati a sparire”.
 
Il Decreto Sostegni è venerdì 19 marzo 2021 dal governo Draghi. Ed infatti, anche se è stato eliminato il criterio dei codici Ateco, offre ristori pari al massimo al 5% del fatturato perso nel 2020. E mediamente inferiori rispetto a quelli ricevuti lo scorso anno. A meno che la perdita non sia stata superiore al 65%.
 
Inoltre, sono escluse le aziende con ricavi 2019 superiori ai 10 milioni di euro. Ma anche tutte le attività non hanno sofferto una perdita di almeno il 30% rispetto al 2019. La politica si giustifica in Commissione Bilancio. Gianmauro Dell’Olio commenta il Decreto come un emendamento “per estendere in varie direzioni i contributi e proteggere i cosiddetti ‘esodati’ dei ristori.
 

La ristorazione collettiva

Anir-Confindustria è l’associazione delle imprese di ristorazione collettiva. Ricorda che le imprese del settore fatturavano oltre 10 milioni. E denuncia “il rischio di dover licenziare 60 mila persone per effetto dello smartworking”. Il presidente Massimiliano Fabbro commenta: “la ristorazione collettiva è l’unico comparto a non avere ricevuto sostegni o ristori.”
 
Inoltre, il presidente Anir sottolinea: “Abbiamo garantito servizio in tempo di lockdown per ospedali, forze dell’ordine, comparto militare, vigili del fuoco. Nessun contagio deriva dalla nostra attività che segue rigidissimi protocolli. Eppure, a fine pandemia ci troveremo con almeno 60 mila licenziamenti.”
 
E questi licenziamenti riguardano il personale femminile all’85%. Il presidente Fabbro commenta: “Le scelte del Governo in tema di smartworking nella pubblica amministrazione stravolgeranno per sempre le nostre imprese”. Invece, per Massimo Piacenti, consiglio presidenza Anir: “il comparto ha perso un miliardo da inizio pandemia. E tra le circa mille imprese del settore, solo le prime dieci hanno cumulato una perdita di esercizio di 250 milioni da inizio 2021. Nonostante i grandi fatturati abbiamo basse marginalità“.
 

Il turismo

Le associazioni del Turismo organizzato dal canto loro hanno espresso insoddisfazione per il Decreto Sostegni. Inoltre, hanno chiesto al ministro Garavaglia un intervento urgente per “garantire doverosi e proporzionali sostegni alle imprese.” Infatti, queste hanno subito più di tutte sia le conseguenze della pandemia sia gli effetti collaterali delle chiusure e delle restrizioni adottate.
 
In risposta, il ministro Garavaglia ha rassicurato le associazioni. Quindi, garantendo: velocità dei pagamenti dei contributi approvati e assegnati dal decreto Mibact. E intervengono anche Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet e Fto-Federazione Turismo Organizzato Confcommercio in una nota.
 
Ecco quanto riportato nella nota delle associazioni: “Garavaglia ha confermato che si sta lavorando su un nuovo decreto ministeriale. Questo per utilizzare i residui 230 milioni di euro, non ancora assegnati. E al fine di dare una prima e tempestiva risposta al tema della copertura delle perdite subite da agosto 2020 in poi. Utilizzandi anche criteri più equi, che tengano conto delle imprese turistiche escluse dai ristori. Tra cui quelle di nuova apertura, e del mix di fatturato intermediazione/organizzazione”.