Un gruppo di amici è a cena insieme al ristorante. “Io prendo spaghetti alla carbonara, ma senza lattosio”. “Per me lo stesso ma con la pasta senza glutine, sono a dieta”. “Anche io sono a dieta… solo proteine senza carboidrati, quindi un filetto al sangue”. “Io il filetto lo prenderei crudo… è di cacciagione?”. Di questi tempi, mettere a tavola un gruppo di amici può diventare veramente un’impresa. Per motivi di salute o semplicemente per riprendere il controllo della propria alimentazione, molti italiani hanno scelto di escludere alcuni prodotti dalla loro dieta. Stiamo parlando delle diete dei “senza”. Il senza glutine, senza lattosio, senza carboidrati, come gli uomini primitivi, sono modelli alimentari alternativi sempre più diffusi. Ma è giusto seguire dei modelli alimentari in maniera ossessiva senza che ci siano delle comprovate ragioni mediche o scientifiche che li avvalorino?
Senza glutine
Un numero crescente di persone ritiene di non riuscire a digerire il glutine, un complesso di proteine che si trova nel grano, nell’orzo e nella segale. Il glutine è una delle proteine più consumate al mondo ed è consumato da almeno diecimila anni. Consente al pane di crescere con la lievitazione, perché la sua natura elastica crea una rete che intrappola le bollicine di gas e dà sostegno alla pasta che rimane più al dente. Ma non c’è alcuna ragione per eliminare il glutine se non si è celiaci, una condizione che colpisce l’1% della popolazione. Eppure sono in molti a giurare di sentirsi meglio e più magri da quando hanno smesso di assumere glutine. Bisogna tenere bene a mente che se non si è celiaci o se non si ha una comprovata sensibilità al glutine, non si ottiene alcun beneficio per la salute eliminando il glutine, tantomeno si dimagrisce.
Solo proteine senza carboidrati
Ci sono alcuni che seguono regimi alimentari basati sull’assunzione elevata di proteine, e a bassissimo apporto di carboidrati, come nella dieta Dukan. Radiare dall’ordine dei medici il suo inventore non ha contribuito a ridurre gli adepti di questa dieta poverissima di carboidrati, difficile da seguire, che suggerisce una perdita di peso rapida.
Ma con quali conseguenze? Innanzitutto la dieta funziona perché limita la quantità di alimenti che si assumono e di conseguenza le calorie. Quindi funziona perché fornisce meno calorie di quelle di cui abbiamo bisogno, ma funziona anche perché, per un tempo limitato,
è efficiente.
Quando la quota proteica aumenta, spendiamo più energie per la digestione e otteniamo un maggiore senso di sazietà. Ma lo stesso ideatore della dieta ha avvertito i suoi seguaci della possibilità di cali di energia, costipazione, dovuta alla mancanza di fibra derivata dai cereali, che sono i grandi esclusi dalla dieta, alito cattivo, dovuto alla chetosi, e necessità di assumere integratori vitaminici perché non è una dieta variata.
Senza latte e senza lattosio
È bene ribadirlo con convinzione se non si è intolleranti al lattosio non è corretto eliminare il latte.
Il latte è il primo alimento dei mammiferi e può continuare a svolgere il suo ruolo nutrizionale nel corso di tutta la vita. La ricchezza nutrizionale del latte è indubbia: è una buona fonte di proteine ad alto valore biologico con ruoli nella funzione immunitaria, così come di importanti vitamine e minerali essenziali. Nonostante alcune dubbie teorie recenti indichino possibili effetti negativi derivati dal consumo di latte, ad oggi, non ci sono prove convincenti che giustifichino l’esclusione di un consumo moderato di latte nella nostra dieta, visto il suo ruolo cruciale come fonte di calcio, altri minerali, vitamine e proteine di ottima qualità. Diverse migliaia di anni fa, una mutazione genetica che si è diffusa soprattutto in Europa ha dato alle persone la capacità di produrre lattasi – e di poter bere il latte per tutta la vita.
L’adattamento ha aperto una nuova e ricca fonte di nutrimento che ha potuto per esempio sostituire i mancati raccolti e in generale ha offerto un importante vantaggio selettivo. In uno studio si è stimato che le persone con la mutazione avrebbero prodotto fino al 19% in più di prole fertile rispetto a quelli in cui mancava.
Senza legumi e zuccheri
Sarebbe la dieta degli uomini primitivi, o PaleoDiet. In pratica si deve mangiare come gli uomini delle caverne, bacche, semi, carne preferibilmente di cacciagione, pesce preferibilmente di cattura, erbe spontanee, tuberi, frutta.
Naturalmente con queste limitazioni si dimagrisce e ciò comporta anche un miglioramento dei parametri del colesterolo, ma la PaleoDiet è la dieta del senza… senza latticini e cereali trasformati di qualsiasi tipo, perché gli esseri umani non hanno inventato tali alimenti fino a dopo il Paleolitico; senza arachidi, lenticchie, fagioli, piselli e altri legumi; senza zuccheri. Insomma la dieta Paleo ignora completamente i benefici per la salute del consumo di cereali e legumi, mentre numerosi studi hanno riportato per esempio una ridotta incidenza di malattie cardiache in coloro che consumano regolarmente i cereali integrali.
Oltre al fatto che eliminando latte e derivati e legumi, dove lo prendiamo il calcio? E poi si dimentica che i nostri antenati preistorici avevano un’aspettativa di vita… inferiore a 30 anni!
Tutte le diete dei “senza” prevedono l’esclusione di intere categorie di alimenti e sono profondamente sbagliate, perché ogni categoria di alimenti apporta qualcosa che le altre non hanno o hanno in maniera insufficiente. Solo scegliendo quotidianamente da ogni gruppo è possibile comporre il puzzle di nutrienti essenziali al sano funzionamento del nostro organismo.