È della studentessa Erika Marthins, allieva della scuola d’arte Svizzera Écal l’innovazione culinaria che sta spopolando il web con i suoi video sensazionali. Ha avuto l’intuizione giusta: con l’intento di proporre delle alternative molto interessanti ai classici dessert ha voluto unire una serie di tecnologie al cibo per creare tre dessert “Hi tech” che si muovono, fanno rumore e rifrangono la luce.
Robotica commestibile nei piatti di Erika Marthins
Si tratta di robotica commestibile quella utilizzata da Erika Marthins, per la creazione dei suoi piatti.
Déguster l’augmenté è il nome del progetto che consiste in appunto tre dessert molto differenti tra loro:
• Dessert à l’Air è la prima esperienza alimentare “animata”: un dessert che si muove attraverso la tecnologia robotizzata commestibile e gli attuatori in gelatina. Con sola gelatina e aria il piatto presenta dei cubetti di gelatina tridimensionali porpora montati su una superficie circolare che, quando è in movimento, si presentano come tentacoli di polpo.
• Il secondo piatto mostra un messaggio nascosto all’interno di un lecca lecca. Quando una luce brilla attraverso il dolce, si rifrange per rivelare un messaggio nascosto.
La tecnologia al servizio della ristorazione
L’azienda di tecnologie light-shaping Rayform ha affiancato l’artista nella produzione di un file 3D che può essere fabbricato matematicamente sul volto del lecca lecca in modo tale da permettergli la proiezione del messaggio attraverso la rifrazione luminosa.
• L’ultimo dessert di Erika Marthins è un disco di cioccolato, che permette sotto un simil grammofono, può essere non solo ascoltato, ma il suono si può anche assaggiare. Con lo stesso sistema di funzionamento dei dischi in vinile, il suono prodotto dal Mange Disque è composto da una serie di scanalature sulla superficie del cioccolato. Man mano che l’ago di registrazione tocca la superficie mobile del disco di cioccolato, si produce un suono ad alta oscillazione.
“Il cibo aumentato porta una nuova dimensione in un piatto, qualcosa che penso possa essere aperto come una nuova pratica, diversa dalla cucina molecolare”, spiega. “Volevo creare un’esperienza personalizzata diversa che cambiasse la nostra idea di come mangiare e consumare il cibo, ma anche il nostro rapporto con la tecnologia”, ha aggiunto.
Insomma si tratta di un vero e proprio “compresso di cultura commestibile” come li descrive l’autrice.
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Credit Photos and video: Erika Marthins