L’emendamento denominato “Made in Italy” che prevede l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti è stato approvato dalle Commissioni Lavori pubblici e Affari costituzionali del Senato. Fino a ieri nel nostro paese esisteva l’obbligo di indicare l’origine solo per alcuni prodotti. Si trattava di: pelati e concentrati di pomodoro, latte e derivati, riso, grano utilizzato per la pasta e pollo. A livello europeo si estendeva anche a: carne di pollo e derivati, carne bovina, frutta e verdura fresche, uova, miele, olio extravergine di oliva e pesce.
Da oggi, grazie all’emendamento, l’obbligo viene esteso anche ad altri alimenti. Come riporta una nota Ansa, in attesa del decreto, restano ancora senza l’etichetta d’origine: salumi, carne di coniglio, carne trasformata, marmellata, succhi di frutta, legumi in scatola, frutta e verdura essiccata, pane, insalata in busta e sottoli.
Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, ha espresso pubblicamente la propria soddisfazione. Questo nuovo obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti valorizza la produzione nazionale, consente scelte di acquisto consapevoli ai cittadini e combatte il falso Made in Italy. Si tratta, insomma, di una grande vittoria sia per gli agricoltori sia per i consumatori.
L’etichettatura di origine è stata introdotta per la prima volta nel 2001 dopo l’emergenza mucca pazza in tutti i Paesi dell’Unione Europea al fine di garantire trasparenza e rintracciabilità. In questi 18 anni, sono stati fatti molti progressi e la fiducia dei consumatori si è consolidata. Resta l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero.