Qual è il suo pensiero in merito alle disposizioni attuate dal Governo per il settore della ristorazione?
Il Decreto Cura Italia dà certamente dei segnali positivi. Ora diventa prioritario consentire ad aziende e lavoratori di accedere alle misure di sostegno nel più breve tempo possibile. La rapidità può far la differenza tra la sopravvivenza e la morte di un’impresa, soprattutto di quelle piccole.
Ci sono 700mila lavoratori fermi per il totale blocco delle attività. E come Federazione Nazionale dei Pubblici Esercizi, chiediamo al Governo di ripartire al più presto possibile con le risorse previste dal decreto per la cassa integrazione in deroga tra le diverse Regioni, emanando i decreti interministeriali e le disposizioni dell’Inps. Allo stesso tempo chiediamo alle Regioni di sottoscrivere immediatamente gli accordi con le parti sociali per stabilire i criteri di assegnazione dei contributi. Solo in questo modo potremo garantire una risposta rapida alle imprese della ristorazione italiana ed evitare che lo stop temporaneo cui sono costrette si traduca in una chiusura definitiva dei pubblici esercizi.
Quali sono ad oggi, le perdite stimate nel settore della ristorazione?
Nella migliore delle ipotesi il comparto perderà 8 miliardi di euro. Secondo il nostro Centro Studi nel primo trimestre del 2020, anche per gli effetti delle ultime misure che hanno imposto la chiusura totale delle attività di ristorazione, il settore perderà oltre 10 miliardi di euro. A cui si aggiungerà un’ulteriore perdita nel secondo trimestre per avere poi un recupero, non affatto scontato, nel secondo semestre dell’anno che, come detto, chiuderà con un bilancio pesante di – 8 miliardi di euro di fatturato.
Ci sono attività messe in campo da Fipe per supportare le attività ristorative?
Come FIPE ci siamo impegnati da subito per individuare e proporre gli interventi necessari per il settore. E ora continueremo a pressare il governo per calare immediatamente a terra i provvedimenti emanati. In questo momento siamo impegnati ad informare le imprese e a supportarle per accedere alle misure contenute nel DL Cura Italia. Lo facciamo mettendo a disposizione, come intero sistema associativo, anzitutto le informazioni e poi la necessaria assistenza. Cerchiamo di essere vicini alle imprese in un momento drammatico per evitare la chiusura definitiva dei pubblici esercizi. Un’ulteriore leva per sostenere le imprese l’abbiamo individuata nella valorizzazione del delivery. Strumento importante per garantire un servizio molto apprezzato dai tanti cittadini costretti in casa e allo stesso tempo utile per consentire ai ristoratori di continuare la propria attività, anche senza contatto diretto con il pubblico. A questo proposito, Fipe ha promosso, anche in collaborazione con i maggiori operatori del settore, un decalogo da rispettare per garantire lo svolgimento del servizio di consegna a domicilio. Ovviamente nel pieno rispetto delle disposizioni di sicurezza sanitaria sia per i lavoratori che per i consumatori.
Quale sarà il sentiment degli italiani post Coronavirus?
In questo momento è difficile fare previsioni su quale sarà il sentiment nel prossimo futuro. Certamente il settore della ristorazione, in tutte le sue forme, è il comparto più colpito. L’epidemia del Covid-19 ha inciso in maniera devastante su mobilità e socialità. Bloccando anche i flussi turistici interni ed esterni e svuotando tutti i luoghi di aggregazione, di cui i pubblici esercizi sono una componente fondamentale. Ammortizzatori sociali e sospensione degli oneri fiscali sono necessari a resistere. Ma allo stesso tempo è importante ridare fiducia agli imprenditori messi in ginocchio da questa emergenza, come detto più volte per evitare la chiusura definitiva dei pubblici esercizi.