I rider diventano lavoratori tutelati: la legge in arrivo in Portogallo

Già a inizio anno la categoria dei rider aveva alzato la voce, mettendo in luce le scarse condizioni dei loro contratti.
È innegabile che i rider, durante la pandemia, abbiano giocato un ruolo molto importante nel food delivery.

Lo sciopero a Marzo

E infatti a Marzo i fattorini del delivery avevano indetto uno sciopero. Nelle loro proteste, chiedevano diritti al pari degli altri lavoratori. Addirittura chiedeva ai clienti di non ordinare, boicottando il settore dell’asporto.
Ad un anno dall’inizio della pandemia urlavano a gran voce che “Con la pandemia siamo diventati ‘essenziali’. Ma per tre euro a cottimo”.
In Italia, le prime assunzioni regolari per i rider sono partite a inizio da anno da Just Eat e sembra che anche altri paesi si stiano muovendo.

Una proposta di legge in discussione

La notizia arriva dal Portogallo e segue una proposta di legge attualmente in discussione che obbligherà le aziende di food delivery e trasporto a considerare i rider come dipendenti e ad assumerli con contratti regolari.
Lisbona seguirebbe Madrid e Londra, che hanno già discusso la proposta.

rider

Da qualche mese vige in Spagna una legge che prevede lo spostamento di molti lavoratori da partita IVA a dipendenti. Una sentenza della Corte Suprema, in Regno Unito, ha costretto Uber a riclassificare i conducenti con il titolo di “lavoratori” con benefici.
In Portogallo, la legge sui lavoratori è stata approvata dal governo qualche giorno fa. Ora si attende il voto del Parlamento. Ana Mendes Godinho, ministro del lavoro, della solidarietà e della previdenza sociale, ha dichiarato che questa legge darà maggiore sicurezza ai rider.

Sarà richiesto alle aziende che offrono i servizi di trasporto e di delivery di fornire alle autorità informazioni sugli algoritmi di gestione dei dati dei dipendenti.
L’impiego di questi algoritmi aveva già attirato l’attenzione di diversi organi in Europa. C’era molta preoccupazione per la modalità con cui la tecnologia è impiegata in maniera ingiusta o discriminatoria.


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