I robot ci ruberanno il lavoro? E i clienti finali, apprezzeranno?
A riguardo ho trovato una frase che riassume bene il mio pensiero: “un robot può fare il lavoro di cinquanta persone ordinarie, ma non esiste un robot che può fare il lavoro di una persona straordinaria”.
Credo che nel futuro ci sarà sempre meno spazio per la mediocrità, per il lassismo e, quindi, per competenze operative, ripetitive e in generale “basse”. Al contrario, ci sarà molto più spazio per chi si posizionerà allo spettro opposto.
Detto questo, non credo sia interessante chiedersi se i robot ci ruberanno il lavoro, perché… Lo stanno già facendo. In molti casi lo hanno già fatto.
Il futuro della ristorazione
Il processo è in atto da anni ed è irreversibile. Così come il trattore sostituiva il bracciante nelle campagne, così la robotica sostituirà personale in sala e cucina. Non è il futuro, è il presente.
Infatti la tecnologia, ma in generale l’automazione, stanno già sostituendo e sostituiranno sempre più tutti i processi manuali, ripetitivi e a basso valore aggiunto, che non necessitano di decisioni complesse.
Le decisioni complesse saranno sempre prese dagli umani, ai quali rimarranno ruoli strategici, direzionali, visionari, programmatici.
Ai robot e ai software va e verrà delegato tutto quanto è operatività spicciola.
Vedo nel futuro un cuoco sempre meno impegnato a tagliare, cuocere e spadellare. Vedo, al contrario, un cuoco sempre più assorbito dal pensare, dirigere, inventare e creare.
Le linee dovranno essere preparate da robot, per la maggior parte. Andrà automatizzato tutto ciò che può essere automatizzato. I cuochi dovranno impiattare, rifinire, controllare, ottimizzare, ma non passeranno più così tanto tempo in cucina — com’è giusto e sano che sia, visto il lavoro stressante e usurante che fanno.
I robot saranno i camerieri del futuro?
La sala è qua per restare, in quanto difficilmente sostituibile o automatizzabile. In quel caso il tema centrale è quello della formazione. Il cameriere del futuro sarà agli antipodi rispetto ad un semplice “portapiatti” — facilmente sostituibile da un nastro trasportatore — e sarà sempre più complessa, ricca e sfaccettata, dove le soft skill saranno importanti tanto quanto le hard.
Insomma, il ristorante del futuro è molto più simile a quello di oggi rispetto a quanto si possa pensare, ma certamente le competenze e le professionalità di chi vi lavorerà all’interno cambieranno, e lo faranno radicalmente.
Resta da affrontare un ulteriore tema, forse più importante del precedente: i clienti, apprezzeranno questi cambiamenti? Compreranno prodotti non fatti da altri esseri umani ma da macchine non senzienti?
Anche in questo caso, lo stanno già facendo. Li stanno già comprando. Ho perso il conto dei locali che seguo che hanno cucine dove robot stendono le pizze, preparano salse e sughi, tagliano e friggono patatine ecc. ecc.
E i clienti li comprano, fanno i complimenti e tornano per provare di nuovo quei prodotti.
Però c’è un però: che i clienti non lo sanno come vengono preparati quei piatti. Non lo sanno, perché nella stragrande maggioranza dei casi non lo vedono.
L’idea del cliente finale quale sarà?
“Occhio non vede cuore non duole”. E, aggiungo io, “bocca mangia senza farsi troppe domande”.
Se i clienti vedessero cosa accade quotidianamente nelle cucine, diciamocelo, non sarebbe sempre un bene. Ragione per la quale la cucina è sempre stata lontana da occhi indiscreti, relegata nel “back” del ristorante.
Questo ha creato opportunità e tanti le hanno sfruttate, ad esempio creando cucine a vista, mettendole al centro del tutto, scelta spesso premiata dalla clientela (ma rimpianta da chi la deve utilizzare!).
Comunque, io sono fermamente convinto che ci sarà SEMPRE spazio sul mercato per locali posizionati come autentici, genuini, artigianali, con persone in carne ed ossa all’accoglienza ma anche in cucina.
Questo genere di posizionamento è fortissimo e incrollabile, perché evoca immagini romantiche e positive come le mani delle sfogline che tirano la pasta, gli abili gesti dei pizzaioli mentre condiscono pizze, il tocco dello chef che completa un piatto… Tutto questo è insostituibile.
E a parità di condizioni (prezzo, ambiente, servizio e marketing) rappresenta solo ed esclusivamente un plus per i clienti. E quando ci sarà, verrà premiato da un target di clientela che non scomparirà, anzi, sarà ben più felice di provare un ristorante gestito da umani sapendo che dall’altra parte della strada c’è quello dove in cucina ci sono solo ammassi di ferraglia e schede elettroniche.
Tuttavia, quando non si sceglierà di mettere in risalto ciò, sempre lontano da occhi indiscreti, potranno esserci braccia meccaniche che tirano pizze e forni a tunnel che le cuociono, e non ci sarà nessuno scandalo, nessuna levata di scudi.
Lo dico perché succede già, e nonostante tutti i dubbi, le domande e le remore non è successo…
…Niente.