Il delivery, e più in generale la digitalizzazione, sono venute in soccorso della ristorazione. Ma è altrettanto vero che il mondo HORECA e dintorni ha subito in quest’anno pandemico un durissimo contraccolpo. L’emergenza economica e sanitaria ha infatti messo in ginocchio uno dei settori che più ha dato lustro al nostro paese. Ed il Governo non poteva non intervenire con alcune misure.
IVA 10%
Prima fra tutte le previsioni, arrivata con la Legge di Bilancio 2021 (articolo 1 comma 40), riguarda l’applicazione dell’Iva al 10% per cibo da asporto e consegna a domicilio. Un sospiro di sollievo per i tanti ristoratori che hanno cominciato a cimentarsi con il delivery nei mesi scorsi. E che hanno tentato di destreggiarsi con l’utilizzo delle aliquote IVA corrette.
Gli operatori del settore dovevano infatti, fino a dicembre, applicare non l’iva al 10% bensì le aliquote ordinarie e/o ridotte a seconda delle componenti che costituivano i pasti stessi. Queste erano infatti le indicazioni dell’Agenzia Entrate. Che, allineandosi con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea, stabilivano che solamente per l’operazione di ristorazione e in alcuni casi di catering, è applicabile l’iva al10%. Perché nella fornitura di cibi o bevande preparati o non preparati i servizi di supporto prevalgono.
Il legislatore, per semplificare l’operatività dei ristoratori già vessati dalla limitata operatività causata dal Covid, ha istituito con la Legge di Bilancio un’aliquota ad hoc del 10%. E questa per la sola cessione di piatti pronti e di pasti che siano stati cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato, della loro consegna a domicilio o dell’asporto. La cessione di bevande e cocktail rimane invece al 22%.
Si tratta di una norma di interpretazione autentica. Che quindi vale anche per il passato. E salva chi ha sempre applicato (fino allora erroneamente) l’aliquota del 10%. Resta da chiarire quali rischi corra chi invece aveva applicato le aliquote diversificate e corrette.
Bonus chef
A sostegno del mondo della ristorazione la Legge di Bilancio 2021 introduce anche il bonus chef (articolo 1 commi 117- 123). Beneficiari tutti coloro che esercitano l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.
Non sono richiesti ulteriori requisiti. Gli chef possono essere infatti lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi con partita Iva. Anche nei casi in cui non siano in possesso del codice Ateco 5.2.2.1.0, quello che individua la categoria dei “cuochi in alberghi e ristoranti”.
Il bonus pertanto potrebbe spettare anche a pasticceri e pizzaioli. L’agevolazione consiste in un credito di imposta pari al 40% dei costi sostenuti fino ad un massimo di sei mila euro. Sono ammissibili al credito d’imposta le spese sostenute dagli chef, nel primo semestre 2021, per l’acquisto di beni strumentali durevoli. Cioè di macchinari di classe energetica elevata, utili per la conservazione la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari. E, in generale, di strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione. Ma anche per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione. E non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini Irap. Il Bonus chef può anche essere ceduto ad altri. Compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Protezione Made in Italy
Per proteggere il mondo HORECA il legislatore interviene poi con una norma (articolo 1 commi 1114 e seguenti) volta a limitare il fenomeno della contraffazione. E dell’italian sounding, cioè lo sfruttamento dell’attrattività del prodotto alimentare italiano. Utilizzare assonanze, immagini, riferimenti geografici, combinazioni cromatiche e marchi che evocano il Made in Italy nel settore agroalimentare, seduce e arricchisce chi falsifica.
I nostri produttori invece soffrono. E i consumatori spesso vengono raggirati con prodotti di bassa qualità. Contrastare la contraffazione dilagante del food italiano aveva bisogno di un sostegno “istituzionale” che è quindi arrivato. La nuova Manovra stanzia delle risorse. E prevede un decreto attuativo del MISE avente la finalità di promuovere all’estero i prodotti enogastronomici tipici della ristorazione italiana attraverso. Ad esempio:
» l’attribuzione dell’attestazione distintiva di “ristorante italiano nel mondo”, “pizzeria italiana nel mondo” e “gelateria italiana nel mondo”;
» l’individuazione di regole con cui effettuare i controlli e promuovere le conseguenti azioni legali;
» la raccolta e la diffusione delle ricette della tradizione italiana;
» la tutela e la diffusione all’estero delle cucine regionali del Paese;
» la creazione e lo sviluppo di istituti professionali di cucina italiana e di scuole di alta formazione;
» la promozione e la facilitazione dell’attività di apprendistato tra studenti e operatori del settore;
» la costituzione l’aggiornamento e il mantenimento di una banca dati degli esercizi di ristorazione italiana nel mondo;
» l’organizzazione della conferenza della ristorazione italiana.
Esenzione Imu
Un’ulteriore previsione a sostegno del mondo HORECA si trova infine al comma 599 della Legge di Bilancio. Ove viene prevista l’esenzione della prima rata dell’IMU per:
» immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché’ immobili degli stabilimenti termali;
» immobili rientranti nella categoria catastale D/2 e relative pertinenze, immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed and breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi soggetti passivi siano anche gestori delle attività ivi esercitate;
» immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni;
» immobili destinati a discoteche, sale da ballo, night club e simili, a condizione che i relativi soggetti passivi siano anche gestori delle attività ivi esercitate.
La Legge di Bilancio ha quindi tentato di dare un po’ di ossigeno al mondo dell’HORECA. Che però rimane ancora stremato dalle continue chiusure e dall’innalzamento dei costi per le messe in sicurezza. Importante quindi per gli operatori conoscere tutte le misure di sostegno. E avvantaggiarsi di quelle spettanti avvalendosi anche della consulenza di professionisti specializzati nella gestione, richiesta e rendicontazione di contributi e agevolazioni alle imprese.