La storia della viticoltura italiana, anche a causa della sua lunghezza, è ricca di curiosità, colpi di scena, riscoperte, rilanci. Ma anche di contemporanee cadute. Nemmeno si trattasse di un feuilleton.
I motivi sono presto detti. Come è risaputo si tratta della Nazione al mondo con maggiore “potenza di fuoco” vitivinicola. E con maggior numero di varietà autoctone, come forse non è sottolineato a sufficienza. Ma, molto più importante, per il vino, vale lo stesso adagio che rende l’artigianato italiano inimitabile.
Ovverosia che il “mio vino sarà sicuramente meglio del tuo”. Che se è fonte di pertubamenti per il rispetto dell’integrità delle tipologie, non lo è mai per la qualità del prodotto finito.
Il Vino Nobile di Montepulciano
Una delle parabole più significative in tale senso riguarda il Vino Nobile di Montepulciano. Si tratta di un manufatto un tempo localmente considerato alla stregua dell’oro (non in senso metaforico). E la cui fama recente è parzialmente offuscata da quei due fenomeni, anche comunicativi, che si chiamano Brunello e Chianti.
Quello che è certo è che nell’urbe di Montepulciano – la cui fondazione da parte degli etruschi, che è parte della leggenda, si dovette anche alla clamorosa qualità dell’uva prodotta su Mons Mercurius – la tradizione della coltivazione vinicola ha radici profonde e robuste.
A partire dal Medioevo, ma soprattutto nel Rinascimento la fama e il prestigio del rosso prodotto in quel comune poi crebbe enormemente. Diventando uno dei vini italiani più richiesti al mondo. Elogiato in poemi e ballate. La denominazione Vino Nobile di Montepulciano viene utilizzata per la prima volta in un documento del 1757.
Peraltro anche nella fase di passaggio alle denominazioni di qualità il Vino Nobile fu uno dei primi a potersi fregiare prima della DOC (1966). Poi, addirittura, fin dal 1980, il primo in assoluto a potersi fregiare della DOCG.
I vigneti
Secondo il Disciplinare di produzione attualmente vigente si tratta di un vino prodotto con base di Sangiovese (denominato localmente “Prugnolo Gentile”) per un minimo del 70%. Alla composizione del vino posso concorrere fino ad un massimo del 30% i vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Toscana. Con un massimale per le uve a bacca bianca del 5%. Anche se c’è da dire che gli intendimenti più recenti si stanno orientando verso un Sangiovese in purezza.
La resa massima per ettaro, altro criterio fondamentale, è fissata in 80 quintali per ettaro. Quindi una resa in vino effettiva del 70%. Ancora, molto importante, il vino può essere immesso in commercio soltanto dopo due anni di maturazione/affinamento. Di cui obbligatoriamente 12 mesi in legno (tre per la Riserva, di cui almeno 12 in legno e 6 in bottiglia).
Altro criterio essenziale è che le uve devono essere coltivate, vinificate e affinate nel territorio amministrativo del comune in provincia di Siena, da vigneti posti tra 250 e 600 metri di altitudine. Una zona di produzione che, nonostante il vitigno e il vino siano in chiara fase di riscoperta, non si è modificata di un ettaro rispetto a quella tradizionale. Conferma della grandissima territorialità del prodotto di queste terre.
Le caratteristiche del Vino Nobile di Montepulciano
Il vino che ne esce, appunto, ha caratteristiche peculiari. Note di prugna o ciliegie in confettura, balsamiche, con contorno di fiori rossi, garofano, gardenia e peonia, bella speziatura di sottobosco. E con tannini importanti ma mai eccessivi. Cosa che lo rende un vino – amico dei sommelier in fase di abbinamento.
Concludo il focus con 5 bottiglie esemplificative per qualità e livello tecnico, auspicando che il Nobile ritorni a breve ad occupare la posizione che gli compete nel panorama enologico italiano, ovverosia di eccellenza assoluta.
De’ Ricci
Vino Nobile di Montepulciano DOCG
La conferma del bellissimo progetto di famiglia Trabalzini a rilanciare i fasti di una delle cantine storiche di Montepulciano. Colore rosso rubino brillante, al naso sentori di lampone giallo, tocchi di erbe aromatiche, chiusura speziata e balsamica. In bocca verticale, con ritorni di frutti rossi, spiccata vena acida, finale minerale e profondo
Poderi Boscarelli
Vino Nobile di Montepulciano DOCG Il Nocio
Quattro ettari di tra i 350 m e i 280 metri s.l.m., un vino-bandiera. Il rovere francese e di Slavonia affinano un uvaggio di rara perfezione, naso complesso e sfaccettato, marasca sotto spirito, gelso, grande spunto balsamico e sentori di sottobosco. La sorsata è densa, fresca, succosa e nel contempo complessa, vellutata, di lunghissima persistenza.
Poliziano
Vino Nobile di Montepulciano DOCG Asinone
Vigneto Asinone, 18 mesi in barrique di rovere francese, un vino di taglio decisamente internazionale ma mai ammiccante, anzi, di grande nerbo. Naso fitto di frutta di sottobosco, mirtilli e more in testa, bocca che brilla per equilibrio, tannini mai eccessivi, grande suc- cosità, bella persistenza e finale su toni balsamici.
Dei
Vino Nobile di Montepulciano DOCG Madonna Della Querce
Una storia di predestinazione, quella di Caterina Dei e della sua famiglia, fin dalla prima vendem-mia, datata 1985. Bellissima rotondità di frutto e interpretazione territoriale di magnifica vocazione. Un 100% Sangiovese di eleganza vellutata fin dal naso, rotondo, a base di frutti di sottobosco, more e mirtilli. Beva conturbante, profondissima, di grande persistenza.
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