Intervista a Ines Aronadio: la promozione del Made in Italy nel mondo

Abbiamo intervistato la Responsabile dell'Ufficio di Coordinamento Promozione del made in Italy di ICE-Agenzia

Alessandra Zecchinon

intervista ines aronadioL’anno scorso l’ICE-Agenzia ha compiuto 90 anni. Che effetto le fa essere la prima donna a ricoprire il ruolo di Responsabile della Promozione e quale pensa potrà essere il suo personale apporto al mondo della promozione del Made in Italy?
Senza dubbio, mi suscita un grande sentimento di orgoglio e di immensa soddisfazione, anche personale, ma allo stesso tempo anche un forte senso di grande responsabilità dover rappresentare e coordinare la promozione del “Made in Italy” riguardante i settori dell’abbigliamento, arredamento, automazione meccanica e agroalimentare.
La mia esperienza all’ICE-Agenzia è stata caratterizzata dallo svolgimento di attività sempre concentrate sulla promozione dei prodotti italiani. Dalla meccanica alla moda, dai beni di consumo in genere al design e all’editoria, nonché al cinema. Dal 1981 mi sono occupata di programmazione e realizzazione eventi promozionali in Italia e all’estero. Dunque, l’ultimo incarico è in effetti totalmente coerente con il percorso professionale svolto fino ad oggi. Certamente l’esperienza come vice direttore dell’ICE di Bruxelles e come direttore dell’ICE di Berlino hanno completato la mia conoscenza sui finanziamenti Europei e sulla struttura della distribuzione nel più grande mercato in Europa.

Dottoressa Aronadio, come è organizzato l’Ufficio di Promozione, di quali settori si occupa e quante persone vi lavorano?
L’Ufficio di Coordinamento Promozione del Made in Italy, che io dirigo a partire dal 4 settembre u.s., è composto da diversi uffici che rappresentano i vari settori merceologici che contraddistinguono il Made in Italy:
Beni di Consumo (beni.consumo@ice.it), Ufficio Agroalimentare e Vini (agro.alimentari@ice.it), Ufficio Tecnologia Industriale Energia ed Ambiente (tecnologia.industriale@ice.it), Ufficio Partenariato Industriale e Rapporti con OO. II. (cooperazione@ice.it).
Inoltre, nell’ambito dell’Ufficio di Coordinamento opera anche una “task force” dedicata all’organizzazione di missioni imprenditoriali di Sistema con la partecipazione di rappresentanti della Confindustria, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dello Sviluppo Economico ed altre istituzioni quali Sace e Simest. Sono stati inoltre recentemente costituiti 3 gruppi di lavoro su “e-commerce, comunicazione e GDO”, strumenti che consideriamo prioritari per le PMI italiane.
Quindi l’Ufficio di Coordinamento Promozione del Made in Italy è composto da una squadra di un’ottantina di persone con esperienza, che ogni giorno sono a disposizione delle aziende italiane per aiutarle ad intraprendere il percorso verso l’internazionalizzazione attraverso la realizzazione di diverse azioni:
• Collettive di aziende italiane a fiere internazionali
• Missioni di operatori (buyer/distributori/GDO) esteri in Italia (fiere principali di settore)
• Workshop in Italia in collaborazione con le varie associazioni di categoria
Inoltre, i nostri uffici ICE della rete estera (79 unità operative in 65 paesi) sono a disposizione delle aziende italiane con servizi di assistenza personalizzata che prevedono l’elaborazione di una strategia di penetrazione ad hoc di un certo prodotto in un mercato specifico.
 

Secondo lei quali azioni possono essere fatte per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding che genera grosse perdite per la nostra economia?
Il fenomeno dell’Italian Sounding all’estero, si sa, molto spesso ha avuto origine dall’esperienza e conoscenza dei prodotti agroalimentari italiani da parte di emigranti italiani cavalcando il crescente interesse verso il prodotto italiano perché di grande richiesta da parte del consumatore estero.
Non è facile valutare le conseguenze in termini economici di questo fenomeno così diffuso nel mondo, anche perché fino ad oggi non è stato possibile effettuare una sua rilevazione sistematica.
Da una stima di Federalimentare (la federazione aderente a Confindustria che raggruppa 15 Associazioni di categoria del settore agroalimentare), che risale al 2015, si evince che l’Italian Sounding rappresenta un valore pari a 21 miliardi di Euro nei paesi UE, 4 miliardi di Euro nei paesi dell’Asia ed Oceania, 24 miliardi di euro in Nord America, 5 miliardi di Euro in Sud America per un totale di 54 miliardi di euro che, sommandoli ai 6 miliardi di Euro derivanti dalla “contraffazione”, si traduce in un danno economico per il settore agroalimentare sicuramente superiore a 60 miliardi di euro.
Secondo il Report Assocamerestero del 2016, l’Italian Sounding rappresenta un fenomeno sempre più diffuso, il cui impatto economico è spesso sottostimato. Il suo volume d’affari è pari a 54 miliardi di euro, più della metà dell’intero fatturato dell’industria alimentare italiana (132 miliardi di euro). Risultano evidenti, per i prodotti Italian Sounding, le riduzioni di prezzo spesso elevate, che raggiungono punte dell’80% rispetto al prodotto originale “Made in Italy”. I latticini sono il prodotto più interessato dal fenomeno, seguiti da altre tipologie di prodotti quali la pasta, le salse e i prodotti a base di carne, aceto, olio, prodotti da forno e vino.
È difficile poter contrastare un fenomeno così vasto e non tutelato giuridicamente a livello mondiale e di conseguenza le aziende italiane si trovano a dover competere all’estero con prodotti “percepiti” simili ma con un prezzo finale molto più basso.
L’ICE-Agenzia, d’intesa con tutte le altre Istituzioni quali il MAECI, il Mipaaf ed il MiSE, da diverso tempo, punta sulla “comunicazione in-formativa”: educare il consumatore
migliorando la conoscenza dei prodotti italiani e quindi di conseguenza incrementare le vendite e contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding. Educare non solo il consumatore anche anche il buyer di GDO al fine di evidenziare sul proprio scaffale la differenza tra prodotti “Authentic Italian” e prodotti “Italian Sounding” e permettere così al consumatore finale di riconoscere la provenienza, l’originalità e la qualità del prodotto Italiano e capire la differenza rispetto a prodotti non “Authentic Italian”.
È stato quindi creato anche un segno distintivo denominato “Extraordinary Italian Taste”, di comproprietà del Mipaaf e dell’ICE-Agenzia, utilizzato in tutte le campagne di comunicazione realizzate, soprattutto in USA ed in Canada attraverso TV, canali digitali, stampa cartacea, cartelloni mobili in strada, nei Taxi in varie città. Vengono, inoltre, realizzate anche azioni di PR con giornalisti di settore, food blogger e “opinion leader” e chef.
In Canada è stato usato anche uno slogan efficace quale: Solo perch sembra italiano, non vuol dire che lo sia (Just because it looks italian doesn’t mean it’s Italian).
Sono stati interessati anche i canali social quali Instagram, Twitter, Facebook e Pinterest.

Come pensa si possano attirare maggiori investimenti esteri in Italia?
L’attività di promozione degli investimenti esteri rientrano nelle competenze del nostro Ufficio di Coordinamento Attrazione Investimenti Esteri coordinato dal Dr. Stefano Nigro, recentemente nominato, il quale sta sviluppando un piano di investimento del Sistema Italia per attrarre capitali stranieri anche con l’ausilio di appositi Desk collocati presso la nostra rete di uffici all’estero.


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