Un’oasi nel bel mezzo della laguna di Venezia
Giunto alla terza apertura stagionale, il JW Marriott Venice Resort & SPA è uno spettacolare cinque stelle lusso adagiato sui 16 ettari dell’Isola delle Rose in mezzo alla laguna di Venezia, raggiungibile in un quarto d’ora con servizio di motoscafo privato che fa la spola da piazza San Marco. Nota per la salubrità del suo microclima, l’isola ospitava una clinica che ha chiuso i battenti una quarantina d’anni fa, lasciando un edificio razionalista degli anni ’30, una chiesa, un grande parco alberato e diversi altri edifici, oggetto di una magistrale ristrutturazione e trasformazione guidata dall’archistar Matteo Thun. Ne è risultato un complesso di 266 camere, suddivise nella zona centrale e le JW Villas staccate e un po’ esclusive, alcune con piscina privata prospiciente la laguna.
La ristorazione al JW Marriott Venice offre molte possibilità. Al piano terra dell’edificio principale si trova la Cucina, ampia e luminosa sala usata per prime colazioni a buffet con cuochi a disposizione, la Dispensa, un negozio-caffè dove è possibile fermarsi per bere qualcosa, assaggiare un tramezzino, ma anche provvedere ad acquisti veloci di prodotti alimentari italiani di eccellenza, come pasta, sughi, vini, biscotti, cioccolato. A fianco si apre la sala attrezzata della Cooking Academy, con otto postazioni dove con la supervisione di uno chef ospiti italiani e stranieri imparano a cucinare paste, pizze e altri piatti tipici che alla fine mangiano convivialmente su una grande tavolata.
Il rooftop restaurant del Marriott Venice
Salendo in ascensore al quarto piano, impreziosito da una piscina riscaldata a sfioro con panorama spettacolare su Venezia e sulla laguna, si notano subito i tavolini all’aperto del bar della terrazza, dominato da piastrelline bianche, blu e azzurre che ricordano i colori del mare: da qui si accede al rooftop restaurant Sagra, un ambiente informale come promesso dal nome, senza tovaglie sui tavoli, con comode sedie bianche e nere, cappelli di paglia alle pareti, ravvivato dalla ripetizione del bancone del bar all’interno con le sue piastrelle colorate.
La carta del menù offre scelte interessanti dagli antipasti fino ai dessert, compresi piatti veloci come insalate e taglieri di salumi e il piatto consigliato dallo chef è spaghetti con ricci di mare, bottarga e scorza di limone. Accompagna le pietanze una lista di vini con bollicine, vini bianchi del Veneto e del Friuli, un rosato dell’Etna e vini rossi provenienti da Piemonte, Veneto, Sicilia e Friuli. Ci sono anche i più famosi cocktail alcoolici, i mocktails analcolici, nonché le birre sia artigianali che internazionali.
La direzione della cucina
Tutta la ristorazione del JW Marriott Venice è curata dall’Executive Chef greco Vasileios Athanasiou, che proviene da altre importanti esperienze nel gruppo, mentre il souschef che segue il ristorante Sagra è il padovano Micky Milan.
Il ristorante gourmet del Marriott Venice
Così come la Spa che sta sull’Isola delle Rose è affidata a una gestione esterna con i professionisti di GOCO, anche il super ristorante gourmet chiamato Dopolavoro è a gestione separata e ha come ispirazione e guida culinaria uno dei nomi più noti in Italia, Giancarlo Perbellini, chef bistellato e patron di Casa Perbellini a Verona. Questa nuova avventura in laguna, in un edificio separato retrostante la chiesa, con imbarcadero privato, è stata affidata a una brigata di cucina giovane ed entusiasta, coordinata dal torinese Federico Belluco, definito nel 2015 uno dei cinque chef under 30 più talentuosi d’Italia, capace di guadagnare la sua prima stella Michelin all’età di soli 27 anni e appena sei mesi dopo l’apertura. Amante della tradizione, ma sempre attento a rivisitare i piatti rendendoli attuali e mai monotoni. Ama la quotidianità del suo lavoro, ha la passione per la perfezione e un’attenzione spasmodica all’esperienza vissuta dai suoi ospiti. Oltre alle due Forchette della Guida Gambero Rosso 2016 e alla stella Michelin nel 2016, anche due Cappelli della Guida L’Espresso 2017 sono stati assegnati al Dopolavoro Dining Room.
Il menù
L’edificio ha conservato solo il nome e la facciata d’epoca, ma si è trasformato così in un ambiente raffinato ed esclusivo. Il menù è fatto da piatti alla carta e da tre proposte, il 4, il 5 e il 10, che indicano rispettivamente il numero di portate: decisamente impegnativo il menù più ricco. Nel “cinque” dopo il saluto della cucina si assaggiano due antipasti: sushi di maccheroni, gambero rosso, pesto di alga e burrata, seguito da scampo, piselli e agrumi. Arrivano poi le linguine all’aglio, olio e peperoncino con polvere di crostacei e yogurt e la guancia di vitello brasata con purè e porri fritti, per concludere con una parfait al caprino, sorbetto di lamponi e rose in onore all’isola.